È ancora oro per l’Italia in Nacra 17. Dopo quello conquistato nel 2021 a Tokyo 2020, Ruggero Tita, 32 anni di Rovereto in Trentino, Fiamme Gialle, e Caterina Banti, 37 anni, romana, Circolo Canottieri Aniene fanno il bis. É la prima volta nella storia della vela olimpica italiana che in una stessa classe si vincono due medaglie d’oro. Così come è la prima volta che dalla vela arrivano due ori nella stessa Olimpiade – il primo è quello di Marta Maggetti in IQFoil — facendo avanzare l’Italia nel medagliere della vela in cui prima di Parigi 2024 era al 13°posto.
Olimpiadi, la diretta delle gare di oggi: Tita e Banti vincono l’oro nella vela, Casadei e Tacchini l’argento nella canoa. Bronzo a Taddeucci nel fondo
La gara
Ora infatti gli ori olimpici della disciplina sono diventati 6°, sommati ai quattro vinti prima e cioè: 1936 Berlino-Kiel, 8mSI Italia timoniere Leone Reggio; 1952 Helsinki, Star, Straulino-Rode; 2000 Sydney, Windsurf, Alessandra Sensini; 2021 Tokyo, Nacra 17, Tita-Banti.
Ai quall si aggiungono 3 argenti e 8 bronzi.
E’ stata una giornata veramente complicata quella che ha concluso l’avventura di Tita-Banti a Marsiglia, discutibile campo di regata scelto per la vela di Parigi 2024 con il vento è che restato in gran parte intorno ai 5 nodi. Condizioni che hanno costretto i catamarani foiling Nacra 17 nati per volare, ad avanzare in modalità dislocante, senza proprio riuscire a decollare e sviluppando insolite “velocità lente” sui 5/6 nodi appena, che per alcuni all’arrivo sono diminuite addirittura a 2 nodi e mezzo.
L’argento è andato agli argentini Mateo Majadalani e Eugenia Bosco, che si sono accorti in tempo di esser partiti in anticipo e hanno potuto regolarizzare la loro partenza, il bronzo ai neozelandesi Micah Wilkinson e Erica Dawson. Si sono invece accorti in ritardo di aver anticipato anche loro la partenza gli inglesi John Gimson e Anna Burnet che non sono riusciti a tornare indietro in tempo per sanare l’irregolarità e hanno subito una squalifica per partenza anticipata che ha tolto loro una medaglia a portata di mano. Commovente il lungo abbraccio quando hanno realizzato che per loro la spedizione a Marsiglia finiva così. Un dispiacere anche per Tita-Banti vista l’amicizia che li lega da anni e i tanti allenamenti fatti insieme.
Caterina Banti e Ruggero Tita hanno lavorato con professionalità, metodo e caparbia a questo secondo oro. Caterina a più riprese aveva dichiarato espressamente la volontà di fare il bis in quella che considerava con ogni probabilità la sua ultima Olimpiade in Nacra 17 e per la quale nei tre anni del dopo Tokyo ha investito moltissimo in lavoro fisico, non lasciando nulla, ma proprio nulla, al caso. Così come ha fatto Tita per la messa a punto e il controllo del mezzo, pur dovendosi giostrare tra la Campagna Olimpica e quella di America’s Cup col team di Luna Rossa Prada Pirelli dove è uno dei quattro timonieri – Checco Bruni, Jimmy Spithill e Marco Gradoni gli altri – sui quali lo skipper e Team Principal Max Sirena può contare.
L’importanza dell’allenatore Bruni
C’è poi un ultimo ingrediente essenziale dietro a questo secondo oro di Tita-Banti da sottolineare, l’allenatore, Gabriele “Ganga” Bruni che ha esultato al loro arrivo al prezioso traguardo sul gommone con il quale li ha costantemente tenuti d’occhio, Ganga Bruni è colui che per Ruggero e Caterina, e il resto del forte gruppo olimpico dei Nacra 17 azzurro, in questi lunghi anni c’è sempre stato. Li ha motivati, li ha supportati, li ha fatti crescere come approccio personale e tecnico, li ha risollevati nei momenti di down, che fanno inevitabilmente parte del gioco, tenendoli uniti, inseguendoli per ore e ore a 25 nodi – quella è la velocità più usuale del Nacra 17 – sul gommone con qualsiasi tempo, in estate e in inverno e pure in giro per il mondo e soffrendo e gioendo, come ora, con loro.
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