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domina Lowry, risale Rose, bene Manassero e Migliozzi


Il vento delle coste scozzesi, con raffiche superiori ai 50 chilometri orari, e le trappole di un campo che nonostante l’anzianità sa ancora mostrare i muscoli: non è stato facile giocare il secondo giro al Royal Troon, soprattutto per chi ha dovuto affrontarlo nella parte centrale della giornata. Ma questa è la legge del The Open, il major che qui celebra la sua edizione numero 152.

Open Championship, 152esima edizione 

E non è un caso che chi vince, non solo imprime il suo nome sulla Claret Jug, ma come prestigioso surplus conquista la definizione di Champion golfer of the year, il campione dell’anno, perché niente per storia, prestigio e tradizione è paragonabile al torneo più antico del mondo. In una giornata così complicata, tre giocatori si sono distinti: Shane Lowry che è salito al primo posto a -7, grazie a un giro sotto par (-2) e che è sempre più indicato come possibile vincitore, che per lui rappresenterebbe un bis del 2019; Daniel Brown, lo sconosciuto o quasi, che dopo il -6 di ieri è riuscito oggi a proteggersi e a chiudere il giro con un +1 che gli garantisce comunque il secondo posto e autorizza qualunque aspettativa; Justin Rose, un campione che per essere nel field ha dovuto sottoporsi alle qualifiche e che invece dimostra di avere tutte le carte in regola per essere ancora grande protagonista, se non ‘il’ protagonista, come conferma l’ottimo gioco espresso e il -3 di giornata che porta anche lui al secondo posto.

Conferme sono arrivate anche dal numero 1 del mondo Scottie Scheffler, capace di firmare un -1 di giornata per un -2 totale che vale il quarto posto (condiviso con Dean Burmester e Billy Horschel) e per il campione Pga Xander Schauffele (+1 per il -1 totale), settimo insieme con Corey Conners, Jason Day e Patrick Cantlay, con gli ultimi due capaci di firmare un eccellente score di -3. Le buone notizie azzurre arrivano dal duo che ci rappresenterà alle Olimpiadi di Parigi. Matteo Manassero sembra davvero un giocatore recuperato, sempre più vicino al livello che stupì il mondo quando era ancora giovanissimo. Al +2 del primo giro ha fatto seguire il +2 del secondo, grazie a una bella impennata nel finale con i birdie alla 16 e alla 18. Si trova in 37ma posizione e da lì può ancora risalire. Bella prova anche di Guido Migliozzi che ha guadagnato il taglio con l’ultimo risultato utile, il +6 (+4 di giornata). Un po’ di brividi alla 18 quando il suo primo putt si è fermato a più di 2 metri dalla buca. Un errore avrebbe significato l’addio al torneo, ma tutto si è risolto bene. A Migliozzi non manca certo la freddezza. Ora che ha superato il primo ostacolo, quello più difficile, da uno come lui ci si può aspettare di tutto.

Con il taglio caduto addirittura a +6, il Royal Troon ha fatto molte vittime illustri e tra queste, purtroppo, anche il nostro Francesco Molinari che proprio non riesce a ritrovare gioco e soprattutto continuità: il +2 di ieri faceva ben sperare, il +7 di oggi lo fa ripiombare in un anonimato davvero inspiegabile per un giocatore sella sua levatura. La speranza è che prima o poi la fine del tunnel arrivi. Con Molinari saranno liberi nel fine settimana Tiger Woods (+14), Rory McIlroy (+11), Cameron Smith (+12), Tony Finau e Viktor Hovland (+10), Tommy Fleetwood e DeChambeau (+9), solo per citarne alcuni. Domani si annuncia un meteo più clemente e questo potrà favorire un abbassamento degli score e un gioco più offensivo, soprattutto da parte di chi insegue. Perlomeno è quanto assicurano le previsioni meteorologiche, ma, trattandosi della Scozia, meglio prenderle con cautela.

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