18.06.2025
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Economy

domani l’incontro per il rinnovo (dopo 3 tentativi falliti)


Domani potrebbe essere la volta buona. Il Ccnl del comparto Sanità, che riguarda più di mezzo milione di lavoratori, tra infermieri, tecnici e personale non dirigenziale, relativo al triennio 2022-2024, è scaduto da ormai sei mesi, ma adesso, dopo tre tentativi falliti, l’ultimo dei quali il mese scorso, la firma è possibile. Il fronte del no si è spaccato in occasione della riunione del 27 maggio e così Cgil e Uil, che chiedono maggiori risorse per garantire aumenti in busta paga più consistenti rispetto a quelli prospettati dall’Aran, l’agenzia che tratta i rinnovi dei Ccnl pubblici con le parti sociali, hanno perso la “maggioranza” al tavolo negoziale. A fare da ago della bilancia in questa trattativa è il piccolo sindacato degli infermieri Nursing Up, che alle ultime elezioni della rappresentanza sindacale unita ha raccolto circa il 6% dei voti. Il sindacato Nursing Up due settimane fa si è detto pronto a sottoscrivere il contratto anche in assenza di risorse aggiuntive, ma a patto che venga riconosciuta agli infermieri over 60 l’esenzione dai turni notturni e di pronta disponibilità. In ballo ci sono aumenti medi lordi mensili pari a 172 euro. 

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Aumenti del 6,8% per 580 mila lavoratori

Il sindacato degli infermieri Nursing Up preme inoltre affinché venga data a tutte le professioni sanitarie la possibilità di concorrere per accedere all’area di elevata qualificazione. Tra le richieste avanzate dal sindacato figura anche quella per l’obbligo di flessibilità nei turni di lavoro per le famiglie monoparentali. Cgil e Uil, insomma, sono rimaste sole, private di quella preziosa “stampella” che aveva permesso loro, fino a qui, di tenere in ostaggio il negoziato. In altre parole, senza Nursing Up il fronte del no ha perso il 51% della rappresentanza, condizione sine qua non per dettare legge al tavolo della trattativa. Adesso, così ha specificato l’Aran, «la speranza è di riuscire finalmente a trovare una sintesi che possa soddisfare le diverse posizioni in campo così da poter procedere con il rinnovo contrattuale». Rinnovo che garantirà una crescita retributiva del 6,87%, corrispondente come detto a 172 euro lordi al mese in più in busta paga in media. Per il 2022-2024 l’aumento dello stipendio tabellare rappresenta il 78% dell’incremento totale, mentre le indennità specifiche (specificità infermieristica e pronto soccorso) costituiscono il restante 12%. Più nel dettaglio, la firma del contratto 2022-2024 porterà a un incremento degli stipendi pari in media a 145 euro lordi al mese, a cui vanno sommati i 5,52 euro lordi di aumento legati al superamento del limite di crescita dei trattamenti accessori, i 16,91 euro in più di indennità di pronto soccorso, i 3,38 euro in più di indennità di specificità infermieristica e l’aumento di 1,45 euro dell’indennità per la tutela del malato. 

Continuità contrattuale

La sottoscrizione del Ccnl scaduto a gennaio consentirebbe poi di avviare le trattative per il contratto del triennio successivo, quello relativo al 2025-2027, per il quale il governo ha già indicato le risorse disponibili. Insomma, non ci sono in gioco solo i 172 euro di aumento previsti dal contratto 2022-2024, ma anche gli incrementi futuri. Il Ccnl 2019-2021, al lordo delle indennità, aveva assicurato una crescita degli stipendi di oltre il 7%, sarebbe a dire 174,33 euro lordi in più al mese per tredici mensilità. Il Ccnl per il triennio 2025-2027, stando alle risorse indicate nell’ultima legge di Bilancio, assicurerà invece una crescita delle retribuzioni nel comparto Sanità del 6,93%, per un aumento mensile lordo pari a poco più di 183 euro lordi. L’Aran ha stimato che la somma dei contratti che coprono il periodo che va dal 2019 al 2027 porterà a un aumento delle buste paga del 21,08% rispetto al 2018, sarebbe a dire 530 euro lordi in più al mese per tredici mensilità.

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