18.05.2025
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Economy

domani in consiglio dei ministri il Piano di bilancio


Sette anni invece di quattro per mettere il debito pubblico su un sentiero discendente. Ma in cambio una nuova tornata di riforme che si andranno ad aggiungere a quelle del Pnrr. Il Piano strutturale di Bilancio, il nuovo documento previsto dal Patto di Stabilità, sarà approvato domani in consiglio dei ministri. Il via libera dovrebbe avvenire con la formula «salvo intese». Anche perché i numeri fondamentali del documento, quelli sul Pil, sul deficit e sul debito, potranno avere la loro veste definitiva solo dopo il 23 settembre, quando l’Istat comunicherà i risultati della revisione quinquennale del Pil. Dunque il Piano dovrebbe essere riaggiornato in consiglio dei ministri il 24 settembre e trasmesso alle Camere il 25 per l’iter parlamentare. Solo una volta che questo si sarà concluso, agli inizi di ottobre, ci sarà la trasmissione ufficiale alla Commissione europea. In Europa solo due Paesi rispetteranno la scadenza del 20 settembre. Per poter allungare da 4 a 7 anni il piano di rientro, e dunque contenere lo sforzo per i conti pubblici (13 miliardi l’anno di riduzione del deficit invece di 22), l’Italia dovrà presentare come detto un ventaglio di nuove riforme che dovranno essere in linea con le raccomandazioni della Commissione europea. Al centro di questa nuova tornata ci sarà sicuramente la concorrenza, con una spinta all’apertura dei mercati. Ma dovrebbero arrivare anche nuove proposte sul fronte della Pubblica amministrazione e della giustizia. Nel primo caso ci potrebbe essere una riforma delle carriere dei pubblici dipendenti. Nel secondo nuove disposizioni per accelerare i tempi dei processi. Ma quali saranno i numeri inseriti nel Psb per i prossimo anno? Come detto per avere il quadro definitivo sarà necessario attendere il 23 settembre, ma il Pil del prossimo anno (almeno quello programmatico, che cioè tiene conto delle misure del governo) dovrebbe oscillare tra l’1,3 e l’1,4 per cento. Dopo la trasmissione del Piano strutturale, il governo italiano entro il 15 ottobre dovrà inviare a Bruxelles anche il Documento di Bilancio che conterrà l’ossatura della manovra economica. Il sentiero è stretto. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha già chiarito ai colleghi di governo che non sarà possibile finanziare misure facendo deficit. La manovra partirà dalla conferma del taglio del cuneo fiscale (che vale 11 miliardi) e della riduzione delle aliquote Irpef (altri 4 miliardi).

IL PASSAGGIO

Per le altre misure vanno trovati altri 10 miliardi. Qualsiasi nuova spesa, dovrà essere coperta con un taglio di un’altra uscita o una nuova entrata. E questo meccanismo sarà applicato anche agli emendamenti parlamentari. Una parte delle spese del 2025 potrebbero essere comunque anticipate al 2024, quando ci potrebbero essere maggiori spazi di manovra. E tra queste, come ha spiegato il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo al Messaggero, potrebbe esserci anche il “bonus befana” da 100 euro, che potrebbe essere rafforzato e pagato a dicembre con le tredicesime. Il ministro Giancarlo Giorgetti, invece, è tornato a battere sugli aiuti alla natalità con una riduzione delle tasse per chi ha figli. Parlando al Tempo delle donne del Corriere, ha detto che «non si tratta di favorire le famiglie che fanno figli rispetto a chi non ce li ha, si tratta di ripristinare un concetto base di qualsiasi scienza delle finanze cioè che va tassato il reddito disponibile della famiglie».

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