Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Technology «Dissi no a Berlusconi per motivi ideologici. Mi scelsero per 007, ma persi la parte perché non parlavo inglese»
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«Dissi no a Berlusconi per motivi ideologici. Mi scelsero per 007, ma persi la parte perché non parlavo inglese»


Accavallò le gambe ed entrò nella storia del nostro Paese. Era l’estate 1990, si giocavano i Mondiali di calcio in Italia e il fenomeno Alba Parietti deflagrò nella trasmissione di Telemontecarlo Galagoal. Prima conduttrice sportiva sullo sgabello, quella bellissima e grintosa quasi trentenne impose la sua femminilità fatta di sex appeal, testa, indipendenza, consapevolezza. Non si sarebbe più fermata: ammirata, richiesta, a volte criticata per il suo inguaribile protagonismo, Alba è rimasta un prototipo, un personaggio unico dello spettacolo italiano e non ha mai smesso di essere al centro dell’attenzione, sia come conduttrice tv, sia come opinionista, sia sulle copertine. E oggi, dal mare di Ibiza dove trascorre le vacanze con il compagno manager Fabio Adami da tre anni felicemente al suo fianco, Parietti ama ricordare un’altra estate-chiave della sua vita, travolgente ed esagerata: quella del 1994, quando il suo successo e la sua notorietà raggiunsero «l’apeoteosi», spiega. 

Perché, cosa successe? 
«In quell’estate lontana, la svolta che quattro anni prima aveva cambiato la mia vita partendo da Galagoal si era concretizzata: ero la donna più famosa d’Italia, la mia vita artistica e personale era ai massimi livelli in quell’Italia serena, spensierata, in crescita, soprattutto lontana dai social».

Cosa fece quell’estate 1994? 
«Ero reduce dalla conduzione di Striscia la notizia con ascolti record: malgrado avessi appena rifiutato 9 miliardi di lire per passare in esclusiva a Mediaset, Berlusconi mi aveva voluto dietro al bancone, prima donna nella storia della trasmissione satirica. Quell’estate presentai poi i Telegatti e Serata Mondiale su Rai1, riportando sempre share trionfali. Anche il New Yorker scrisse un articolo entusiastico su di me… E come se non bastasse, i produttori di 007 mi chiesero di fare la Bond Girl nel film GoldenEye accanto a Pierce Brosnan, ruolo che persi solo perché non parlavo l’inglese. Ma avevano pensato a me, ed era già un successo».

Lei come viveva tutto questo?
«Quando ti accadono cose così straordinarie ed esaltanti, te ne rendi conto solo dopo… pensi che di quell’estate incredibile ricordo anche la paura che qualche imprevisto mi impedisse di indossare i favolosi vestiti creati da Versace per me».

E la sua vita sentimentale a che punto era? 
«In quell’estate fatidica stavo da 4 anni con il filosofo Stefano Bonaga, uno degli uomini più importanti della mia vita. Facevamo le vacanze in Sardegna. Eravamo in barca, si parlava del mio rifiuto di passare a Mediaset e Flavio Briatore mi disse: ”Se fossi stato il tuo fidanzato, ti avrei impedito di fare quella cazzata”. Io gli risposi: ”Proprio per questo non avresti mai potuto essere il mio fidanzato”». 

Si è mai pentita del gran rifiuto?
«No. Non ho mai scelto secondo la convenienza, ho seguito esclusivamente i sentimenti. A Berlusconi dissi di no per motivi ideologici, per non perdere il diritto a non votarlo. E sul piano privato, pur potendo avere tutti gli uomini che volessi, anche i nababbi che all’epoca mi facevano la corte, stavo con un prof universitario».

In quell’estate 1994 l’avevano già soprannominata ”la coscia lunga della sinistra”? 
«Sì, ma la definizione, coniata in ambienti di destra per offendermi, finì per farmi piacere: le mie gambe erano davvero lunghe e la sinistra rappresentava la mia coerenza politica. Ma ho fatto carriera con le mie sole forze, nessuno di questo o quello schieramento ha mai alzato il telefono per raccomandarmi». 

Nell’agosto di trent’anni fa, la sua vita mondana in Sardegna teneva banco sulle riviste gossip: cosa ricorda?
«Avevo affittato con una banda di amici una grande villa a Porto Rafael, a nord dell’isola. Ci divertivamo tanto. E non potrò mai dimenticare la festa hollywoodiana che diedi per il compleanno del mio segretario Riccardo: c’era tutto lo star system italiano da Paolo Villaggio a Vittorio Gassman. Il cerimoniere del jet set Massimo Gargia mi sussurrò: ”Bella e famosa come sei, potresti avere un compagno miliardario e un grattacielo a New York”. Marta Marzotto continuava a ripetermi: “Mettiti con uno ricco e levagli tutto”. Ma io amavo Bonaga».

Se lei incontrasse la Alba dell’estate 1994, all’apice del successo e dalla fama, cosa penserebbe? 
«Proverei quella sana invidia che ti coglie di fronte a una persona che si è affermata con le proprie forze. Se ce l’ho fatta io, senza padrini e senza padroni, possono farcela tutte. Oggi ho la soddisfazione di aver avuto successo senza tradire gli ideali morali di mio padre, ex partigiano discriminato per le sue idee. Sono riuscita a vivere la realtà che mi faceva più felice anche a costo di apparire superficiale e vanitosa. Ma sono rimasta sempre Erin Brockovic, la pasionaria in minigonna che vince le cause più difficili malgrado i pregiudizi contro di lei».

Oggi, invece, che estate sta vivendo? 
«Sto benissimo con Fabio. Ho sempre cercato uomini concreti, intelligenti, di sostanza e lui è quello giusto per questa fase della mia vita. E per descriverla, vorrei citare Fiorella Mannoia».

Cosa dice? 
«A 30 anni cerchi di apparire intelligente e non superficiale, ma quando arrivi a 60 hai solo voglia di sentirti dire che sei bella». 

Sui social mostra generosamente il suo corpo in perfetta forma, sempre sexy: come vive l’età che avanza? 
«Più invecchio più ho voglia di giocare, non mi preoccupo di quello che la gente pensa. Essere rimasta una ragazzina dentro mi rende fragile e impunita. Sono una persona intellettualmente onesta, intensa, leale e le cattiverie mi fanno male… l’invidia si può provare, ma è una debolezza e va dominata. E l’età non è una malattia. Non cambierò mai. Ho cambiato la vita che non è riuscita a trasformare me». 

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