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Difesa, dall’Ue arrivano 15 miliardi per l’Italia


L’Italia potrà accedere a 14,9 miliardi di euro di prestiti Ue per la difesa. A poche ore dal discorso sullo stato dell’Unione di Ursula von der Leyen a Strasburgo — l’appuntamento annuale che definisce l’agenda delle priorità europee e che questa mattina tornerà a mettere al centro il tema del riarmo — la Commissione ha approvato la lista provvisoria con la ripartizione dell’intero “bottino” da 150 miliardi previsto dal nuovo fondo Safe per la spesa militare.

LE QUOTE

L’Italia, che aveva formalizzato la richiesta poco prima della scadenza di fine luglio, incassa il quinto contributo più sostanzioso dopo Polonia (43,7 miliardi), Romania (16,8), Francia e Ungheria (16,2 a testa). Sono in tutto 19 su 27, sottolinea l’esecutivo Ue, i governi che hanno chiesto a Bruxelles i prestiti a tassi d’interesse «competitivi». Chi manca all’appello (in particolare la Germania) «può finanziarsi sui mercati agli stessi tassi dell’Ue», ha chiosato il commissario alla Difesa, Andrius Kubilius, parlando di un’Ue che «sta diventando un’autentica banca della difesa». La ripartizione dei fondi segue le manifestazioni d’interesse delle varie capitali. Prima di ottenere i fondi promessi, però, i governi dovranno presentare piani di spesa dettagliati, sull’esempio dei Pnrr, entro il 30 novembre. L’obiettivo è staccare i primi assegni già a inizio 2026. I fondi andranno, poi, rimborsati in 10 anni. Con i finanziamenti di Safe, i 19 Paesi Ue potranno entrare in appalti congiunti e comprare armamenti (nella fase iniziale potranno farlo anche da soli), oltre che dalle aziende Ue, anche dall’Ucraina e dagli Stati con cui esistono accordi di sicurezza, come Norvegia, Regno Unito, Giappone e Corea del Sud. La priorità è “buy european”: i pagamenti per le industrie belliche al di fuori di questo perimetro allargato (a cominciare da quella americana che produce Patriot e F-35) non dovranno, perciò, superare il 35% dei costi totali.

Ma come potrà spendere Roma i 14,9 miliardi in arrivo? Si prevedono due categorie: nella prima ci sono munizioni, missili, sistemi di artiglieria, capacità di combattimento terrestre e relativi sistemi di supporto (tra cui equipaggiamento per soldati e armi di fanteria), piccoli droni, sistemi anti-drone, protezione delle infrastrutture critiche e mobilità militare; nella seconda rientrano sistemi di difesa aerea e missilistica, navi, sommergibili, altre tipologie di droni, servizi spaziali, Ia e guerra elettronica.


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