12.05.2025
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Sports

Dettori, nostalgia al Royal Ascot E intanto Moore lo eguaglia: 81 vittorie


Frankie dalla sella al selfie, e Moore lo apparigilia. «Strano essere qui da spettatore, mi sento strano» ha detto Frankie Dettori, il fantino italiano più vincente al Royal Ascot, 81 successi in carriera, e tornato dall’America, dove si è trasferito a fine 2023 non per la precedentemente annunciata pensione, ma per iniziare una nuova carriera. «E ho fatto bene, perché le corse in America mi mantengono giovane» ha aggiunto, parlando con il Racing Post il quasi 54enne jockey. «L’età, in America, non è un fattore; in Europa un fantino a 50 anni pensano tutti che debba mettersi le pantofole e fumare la pipa, ma lì non è così».

Aveva avuto offerte per tornare in sella in questa edizione del meeting appena cominciata (ieri il primo giorno, sabato l’ultimo, 10 milioni di sterline di premi, 18 corse di Gruppo, 9 di gruppo 1), ma «non sarebbe stato giusto per tutti quelli che avevo salutato e mi avevano salutato l’anno scorso. Certo, gli anni scorsi quando scendevo dall’auto arrivando qui sentivo lo stress, pensavo a quelle cinque o sei corse che volevo e dovevo vincere. Oggi mi sono avvicinato alla bancarella dei fiori tranquillo, ho pensato ‘che faccio?’ ma ho trovato da fare: avranno scattato con me un milione di selfie».

Gli amici di Frankie

«Sì, quando ho visto i fantini uscire al tondino per montare in sella avrei voluto esserci io; la voglia non mi manca. Ma mi basta l’America. Sapevo che lì non mi avrebbero accolto con il tappeto rosso e avrei dovuto sudarmela; è quello che sto facendo. E’ divertente girare per nuovi ippodromi, in tutti gli Stati. E’ una grande sfida, ero stato uno scioco a dire che non avevo più voglia”.

Frankie ha avuto modo di salutare tutti i suoi amici in tight e cilindro e le sue amiche con cappelli impossibili, e la Royal Family presente in forze con Carlo e Camilla, lei in royal blu (ma sui suoi cappelli non si scommette come si faceva su quelli, proverbiali, di Elisabetta); al re è stata intitolata una corsa: le King’s Stand Stekes sono divenute le King Charles III Stakes, ed il re ha avuto anche  la “fortuna politica” di dover premiare proprietari australiani, di un altro dei suoi regni. Ha vinto questa corsa, infatti, la velocissima cavalla aussie Asfoora, cinque anni, che era trai favoriti.

In precedenza altre gare di giornata erano state favorevoli per i bookmakers: le Coventry Stakes vinte da Rashabar, a 80 contro 1, con in sella Billy Loughnane, fantino irlandese di 18 anni annunciato come un futuro champion jockey; le Queen Anne Stakes hanno premiato Charyn, un grigio dato a 30 contro 1; solo le St James Palace Stakes hanno fatto fortuna ai favoriti: Rosalion, a 5 contro 2, ha battuto Henry Logfellow ripetendo l’arrivo delle Ghinee irlandesi.

Gli spendaccioni

La seconda giornata, oggi, ha fatto registrare il primo successo per la Wathnan Racing, la scuderia “spendacciona” dell’emiro del Qatar, sceicco Tamim bin Hamad Al Thani (44 anni, tre mogli in carica, 13 figli e il Paris Saint Germain fra l’altro) che, per il Royal Ascot, ha messo sul mercato 6 milioni di sterline comprando favoriti. Ha vinto le Queen Mary Stakes con Leovanni che non era favorita, a 22 contro 1. Il Queen’s Vase, il trofeo della regina, che viene dato dalla Royal Family dai tempi della Regina Vittoria è stato vinto da Illinois, della superscuderia irlandese di Coolmore, allenato da Aidan O’Brien, in sella Ryan Moore. Con questa vittoria Moore avvicinava il record di vittorie di Dettori nel meeting, salendo a quota 80. Uguagliava subito dopo l’81, grazie a Auguste Rodin, favoritissimo a 13 contro 8, vincitore di due Derby l’anno scorso (Inghilterra e Irlanda) e qui in grado di tenere a bada di tre quarti di lunghezza la concorrenza nelle Prince of Wales Stakes. Con questa vittoria O’ Brien ha raggiunto 400 corse di Gruppo 1 vinte in giro per l’Europa! Il principe William con tanto di tuba, tight e ombrello d’ordinanza (pure se c’era il sole: come Alberto Sordi in “Fumo di Londra”) scendeva a consegnare i trofei della corsa che gli è intitolata.

A Moore restavano i tre handicap che chiudevano la giornata per sorpassare Frankie: non ne vinceva neanche uno.

Stanno 81 a 81, il sorpasso domani.

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