Anche nel 2026 ci sarà la possibilità di beneficiare del bonus mobili per acquistare gli arredi ei grandi elettrodomestici. La prossima manovra di bilancio prorogherà per un altro anno l’agevolazione e gli altri incentivi per ristrutturare e favorire l’efficienza energetica delle case.
La detrazione
La misura prende le forma di una detrazione al 50% su una spesa massima fino a 5.000 euro — compresi trasporto e montaggio — da spalmare in dieci anni. Il costo complessivo dovrebbe aggirarsi attorno ai 700 milioni. Come negli anni precedenti anche il prossimo la possibilità di sfruttare i bonus mobili sarà legata ad aver realizzato interventi di ristrutturazione edilizia a partire dal primo gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni. Quindi per ottenere lo sconto fiscale bisognerà avviare i lavori in casa dall’inizio di quest’anno. Clausola, quest’ultima, che si sposa con un’altra proroga annunciata e attesa in manovra.
La proroga
Come annunciato nelle scorse settimane, il pacchetto dei bonus edilizi confermerà per altri 12 mesi al 50% lo sconto del cosiddetto ecobonus e dell’incentivo sui lavori di ristrutturazione, che, senza interventi, sarebbero calato al 36% il prossimo anno e al 30% nel 2027. L’aliquota massima varrà però soltanto sulla prima casa e non sulle altre abitazioni. Gli strumenti, saranno mirati.
Già lo scorso anno, il governo era intervenuto prorogando per altri 12 mesi l’aliquota al 50% dell’ecobonus e del bonus ristrutturazioni, scongiurando, almeno per l’abitazione principale, la sforbiciata decisa in precedenza. Il taglio dei benefici fiscali era stato deciso in scia alla necessità di arginare il costo andato fuori controllo del Superbonus 110. L’intervento aveva portato a una revisione totale dei bonus edilizi.
Il tetto
Con la legge di bilancio votata lo scorso dicembre la scelta è invece stata quella di attenuare in parte la stretta. Sulle spese per migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni sostenute nel 2025 i contributori hanno quindi potuto contare su una aliquota piena. Lo scorso giugno l’Agenzia delle Entrate ha comunque confermato il tetto massimo di 96mila euro.
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