(LaPresse) — Il Dna maschile ignoto rinvenuto nella bocca di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, non apparterrebbe al suo assassino, ma sarebbe frutto di una contaminazione accidentale durante una precedente autopsia. Emerge da una consulenza tecnica disposta dalla Procura di Pavia. Il profilo genetico parziale, trovato su una garza usata dal medico legale durante i prelievi nella cavità orale della vittima, coinciderebbe con quello di un altro cadavere sottoposto ad autopsia in un periodo ravvicinato. Un dettaglio che, secondo i periti, confermerebbe una contaminazione involontaria in sala. La Procura di Pavia ha inoltre incaricato la professoressa Cristina Cattaneo di effettuare nuove verifiche medico-legali sulla morte di Chiara Poggi. L’obiettivo è approfondire gli elementi raccolti nell’indagine su Andrea Sempio, attualmente indagato. Le analisi riguarderanno sia la vittima che il luogo del delitto.
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