Giovanni Donzelli, deputato Fdi, responsabile dell’organizzazione del partito di via della Scrofa, che cosa dice il voto in Liguria?
«Un risultato straordinario, che conferma l’ottima scelta fatta sul candidato e il consenso del centrodestra. Significa anche che le polemiche del centrosinistra, volte solo a screditare l’avversario, non portano a molto».
In Liguria, in realtà, più che il centrosinistra, è stata un’inchiesta della magistratura a terremotare la giunta Toti, che poi ha patteggiato…
«La magistratura ha fatto il suo lavoro, è la sinistra che in campagna elettorale ha parlato soltanto dell’inchiesta, senza mai affrontare i temi concreti: infrastrutture, lavoro, sviluppo».
A Genova, però, città dove è sindaco Bucci, il dem Orlando ha stravinto. Un segnale?
«Genova è culturalmente di centrosinistra, l’abbiamo vinta con il civismo e i progetti concreti e con la grande capacità di Bucci. È normale che il voto alle Regionali sia più politico e non solo amministrativo e che ci possano essere questi risultati».
La vostra vittoria è una risposta ad una parte della magistratura con cui avete polemizzato in queste settimane?
«Noi non abbiamo polemizzato con la magistratura, ci sono alcuni singoli magistrati che si sono scontrati con la volontà del governo di riformare la giustizia. Ma noi le riforme le facciamo negli interessi degli italiani, anche dei magistrati come in questo caso, con maggiore autorevolezza e maggiore indipendenza».
Nel centrosinistra tornano le polemiche sui veti incrociati in fatto di alleanze. Non è che, specie ultimamente, il centrodestra vince perché sfrutta le divisioni dei suoi avversari?
«Noi vinciamo sulle nostre proposte, le nostre idee. È dal ‘94, dalla discesa in campo di Berlusconi, che c’è un popolo di centrodestra, quello delle partite Iva, del mondo produttivo, che vuole meno tasse e più libertà. E quel popolo probabilmente esisteva anche prima: era quello che votava nella Prima Repubblica le forze alternative alla sinistra. Il Pd invece vuole mettere insieme tutto, dai boy scout ai centri sociali: difficile andare d’accordo così. E se si sta insieme solo per vincere, poi non si governa».
Ma, al fantamercato della politica, lei lo vorrebbe Renzi come alleato?
«Non ci verrebbe lui e non lo vogliamo noi. Mi pare che il posto naturale sia vicino al Pd, di cui ha fatto il segretario».
Dopo la Liguria, si vota in Umbria ed Emilia Romagna. Eravate partiti con il rischio dello 0-3, ora vi potete già accontentare così?
«Il centrosinistra sognava il triplete, ora magari ci sarà, ma dalla parte opposta…».
Le Regionali sono un po’ il vostro giardino di casa: su turno unico, Sardegna a parte, spesso il centrodestra vince. Non è così, in genere, alle comunali su doppio turno. Tra due anni si vota a Roma, Milano e altre grandi città: ci avete già messo un occhio?
«Ovviamente ci pensiamo e lo faremo ancora di più con modi e tempi giusti. Ma pensiamo alle cose concrete non alle bandierine da mettere tra due anni».
Vale anche per il Veneto? Lo rivendicate voi di Fdi?
«Ripeto, non abbiamo mai posto un tema di bandierine. Bucci è stato voluto da Giorgia, che lo ha chiamato e lo ha convinto a candidarsi. E Bucci non è certo di Fdi: scegliamo di volta in volta le persone migliori per governare, come del resto fanno anche i nostri alleati che usano la nostra stessa logica».
Il caso dossieraggi vi preoccupa? Spesso, in queste vicende, i politici attenzionati sono del centrodestra
«Siamo preoccupati per la democrazia dal tentativo di condizionare, ricattare imprenditori, politici, giornalisti. Un fatto grave, preoccupante, che va fermato. Ma non siamo preoccupati per noi: non siamo ricattabili, non siamo condizionabili. Con noi, certe persone, perdono solo tempo».
Da dove riparte l’attività di governo dopo questa tornata elettorale?
«Ma non ci siamo mai fermati. Adesso c’è l’approvazione della finanziaria, che è molto apprezzata dagli operatori economici. Andiamo avanti con la forza delle nostre idee, senza la rabbia che vediamo negli altri schieramenti».
Basta un successo al fotofinish per ridarvi energia?
«Mah, tanto al fotofinish non direi. La sinistra ancora festeggia per la Sardegna che hanno vinto per appena mille voti… Quello sì che era al fotofinish, Bucci ha preso alla fine quasi 8mila voti in più».
E basta la Liguria, voto comunque locale, a farvi dire che alla fine, quando si vota, gli elettori sono ancora con voi?
«I cittadini votano con grande attenzione, almeno quelli che votano. Purtroppo c’è stata anche molta astensione, ma forse perché la gente è stanca di sentire solamente polemiche e delegittimazione dell’avversario».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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