Kevin De Bruyne è del Napoli, ma è soltanto l’inizio di un mercato in cui gli azzurri saranno protagonisti. Ad annunciarlo è il presidente Aurelio De Laurentiis, nella location di Palazzo Petrucci, a Posillipo, nel corso della presentazione dei due ritiri estivi. Il primo a Dimaro-Folgarida dal 17 al 27 luglio, il secondo a Castel di Sangro dal 30 luglio al 14 agosto. Il Napoli disputerà due amichevoli in Trentino e altre tre in Abruzzo. L’attenzione, pero, è tutta sulle parole del patron: “Abbiamo vinto un campionato ultra competitivo, Bologna,. Lazio e Roma sono state squadre fortissime. Non contano i punti finali. Conte è stato bravo a gestire i tanti incidenti che capitano in una stagione e devo dargli il merito di averci condotto allo scudetto”.
Il Napoli vuole continuare ad essere protagonista: “Ma non faccio pronostici, portano sfortuna.
L’operazione De Bruyne è cominciata tre mesi fa. E’ un fuoriclasse con la sua anagraficità ed è solo un tassello importante di un processo che ci porterà a rinforzarci molto. Dobbiamo affrontare quattro competizioni e quindi dobbiamo essere attrezzati. Ma è inutile parlare di nomi, ce ne accostano 70 al giorno. Spenderemo 300 milioni di euro considerando pure gli ingaggi. Mi piacerebbe completare subito la squadra, ma adesso si rischia di pagare il 30% in più qualsiasi giocatore e poi non dimentichiamo il Mondiale per Club. Magari abbiamo posato gli occhi su qualcuno e dobbiamo aspettare”.
De Laurentiis ha poi ribadito il suo amore nei confronti del Napoli: “Tempo fa ho rifiutato 900 milioni di euro e adesso non venderei neanche per 2,5 miliardi di euro. Resterò finché sarò in vita, poi decideranno i miei figli cosa fare. Di sicuro il calcio ha tanti problemi e lo certifica la crisi della Gran Bretagna che perde 750 milioni di sterline l’anno. Dazn ha addirittura abbandonato il campionato francese, sono sintomi chiari di un movimento in difficoltà. Di sicuro le società devono tornare al centro del calcio e i contratti devono durare otto anni. Presto in Italia sarà così. Parlerei di stati generali, ma è inutile, non si riescono mai a risolvere i problemi. Sugli stadi, ad esempio, il problema in Italia è la burocrazia”.
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