Lucio Colletti, che era un grande filosofo oltre che brevemente deputato forzista, consigliava ai politici dalla sua amaca all’isola d’Elba: «D’estate, respingete gli scocciatori che vogliono sapere le inutili cose del Palazzo, e praticate rigorosamente soltanto l’abbiocco». Mentre l’ottimo scrittore satirico Stefano Benni ha suggerito in una sua piccola rima a tutti, politici compresi, la nudità e la leggerezza da scoglio senza pensieri troppo profondi o profondisti: «Tutti nudi a Filicudi / a mangiare pesci crudi».
Ma guai a ricordare queste perle di saggezza a Meloni o a Schlein, perché loro due — e anche Conte e i suoi che hanno da preparare fra Alpi e Piramidi in questo agosto la Costituente post-canicolare di M5S — in piena febbre da «estate militante» hanno chiesto alle proprie truppe non cammellate ma sandalizzate di parlamentari e iscritti di sparpagliarsi tra i villeggianti, un FdI beach tour e un Pd at work in summer, per spiegare alle masse di bagnanti la bellezza del premierato («Scusi, lei, dalla battigia lo vede bene o male il modello israeliano?», «Scusi, lei, può smetterla di amoreggiare tra le onde perché l’elezione diretta del capo del governo è più sexy») e per raccogliere tra ombrelloni e lettini, nel caso dei dem, le firme per il referendum anti-autonomia. Che sono già 500mila (per lo più elettroniche) e a settembre saranno ancora di più, sempre che le insolazioni di massa degli attivisti o le rivolte dei vacanzieri non fermino — magari a pallate, essendoci sempre un Super-Santos che vola nelle nostre spiagge — ,i volenterosi agit-prop intenti a trasformare gli stabilimenti balneari in pensatoi riformisti o contro-riformisti.
Altro che tuffi a bomba, o a capriola dopo lunga rincorsa: qui si tratterà di far diventare come l’ultima spiaggia di Capalbio, il lido radical chic dove il cancellierato tedesco è companatico di ogni panino, tutti i luoghi dove c’è un po’ di sabbia o anche di roccia (sia mediterranea sia alpestre). Scappare quindi al lago? No, anche lì l’«estate militante» raggiungerà il bagnante. Questo potrebbe essere lo slogan in rima dell’holiday engagement 2024.
Durante il quale non sarà solo l’ebrezza da neo-costituenti in sandali e parei a sconfiggere la pericolosa tendenza all’abbiocco, ma anche la preparazione verso il voto regionale in Liguria, Umbria e Emilia Romagna. E proprio sulla costiera tra Rimini e tutto il resto della zona adriatica si prevede il picco di discussioni politiche in costume da bagno perché la campagna elettorale è già caldissima laggiù visto che il centrosinistra è in vantaggio nel voto autunnale ma è in forte ascesa la candidata civica scelta dal centrodestra, Cecilia Ugolini, docente ultra-referenziata che è molto piaciuta a Giorgia Meloni quando si sono sconosciute e sembra la figura giusta per allargare i consensi prendendoli dal campo (anzi, per restare in tema, dalla macchia mediterranea) del centrismo e del riformismo progressista.
Una sfida dell’«estate militante» sarà quella tra la classica festa salviniana di Cervia (do you remember Papeete?) e la new entry tajanea: ossia la convention settembrina di Forza Italia a Bellaria che serve anche a incentivare l’arrivo — tramite scialuppe di salvataggio — di calendiani e renziani chez Tajani. Intanto, ieri FdI ha illustra il suo tour nelle spiagge che si chiama «Stiamo cambiando l’Italia», è partito da Ostia (o meglio da Piazza dei Canotti a Ostia) e continuerà fino alla fine del mese passando dalle più importanti spiagge d’Italia: da Jesolo al Poetto, da Positano a Rimini e a Gallipoli e un’altra decina.
DA REGGIO A CEGLIE
Narrazione naturalmente opposta è quella delle feste dell’Unità, e a Reggio Emilia dal 23 agosto ci sarà quella nazionale fino all’8 settembre. E ancora, numerosissimi ministri — dopo pochi giorni di relax ma anche no — saranno ai super eventi tra agosto e settembre: al Meeting di Rimini, dove Meloni probabilmente non ci sarà perché in Salento con Ginevra, alla festa di Affari italiani a Ceglie Messapica in Puglia e all’Abruzzo economy summit a Pescara che si annuncia come un super evento con Urso, svariati colleghi di governo, i maggiori dirigenti delle grandi aziende partecipate e private e protagonisti dei media come Paolo Mieli.
Che calore. Ma anche che fervore. Come si spiega questa forsennata mobilitazione fuori stagione? Forse anche con la sensazione, del tutto infondata, che si vada a votare prima del 2027. Renzi non fa che dirlo a tutti (per spingere Schlein a chiudere in fretta il patto con lui ma a proposito: nell’estate incendiata è in fiamme anche Italia Viva in modalità rottamiamo il Rottamatore) e almeno a sinistra gli credono. Quindi tutti ma proprio tutti in spiaggia per ridisegnare l’Italia. E per sperare di non annegare nel mare circostante e presumibilmente poco militante.
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