Sono 24 gli indagati nell’inchiesta sugli affidamenti del Comune di Pesaro, elargiti tra il 2014 e il 2024, che coinvolge per il reato di corruzione, Matteo Ricci, ex sindaco del capoluogo marchigiano, eletto nel giugno 2024 europarlamentare del gruppo S&D con il Partito Democratico e ora candidato presidente della Regione Marche per il centrosinistra. Ricci, che si è detto sereno ed estraneo agli addebiti, è stato convocato in Procura a Pesaro il 30 luglio per essere sentito dai pm. Tra gli altri indagati Franco Arceci, ex capo di Gabinetto, Massimiliano Santini, allora assunto nello staff del primo cittadino a tempo determinato per coordinare la comunicazione social, iniziative ed eventi, e Stefano Esposto, in veste di presidente delle associazioni culturali Opera Maestra e Stella Polare, che avrebbero drenato gli affidi contestati per circa 600mila euro. La Procura parla di una sorta di accordo corruttivo tra Ricci, Santini ed Esposto per far compiere ai primi due, ma anche ad altri funzionari comunali, atti contrari a doveri d’ufficio per far ottenere alle due associazioni e a terzi affidamenti e contributi relativi ad opere ed eventi del Comune di Pesaro. L’ex sindaco ne avrebbe ricavato «un’utilità non patrimoniale, attraverso — si legge nell’avviso di garanzia — la realizzazione, con modalità illegittime, di opere ed eventi pubblici del Comune di Pesaro di grande richiamo in grado di conferire una immagine di efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa e politica del sindaco», con «un rilevante beneficio in termini di accresciuta popolarità e consenso». Mentre Santini riceveva indebitamente dall’associazione di Esposto «denaro e altre utilità per complessivi euro 106.924». In particolare, il capo della comunicazione avrebbe beneficiato dell’uso della carta di credito di Opera Maestra in Italia e all’estero, di diversi soggiorni gratuiti in varie strutture sparse per la penisola «per lui, la sua famiglia e i suoi ospiti, del noleggio di attrezzature sciistiche, dell’acquisto di un cellulare e di mobili», nonché delle «spese per geometra e geologo relative a una sua proprietà immobiliare». Esposto, invece, avrebbe disposto bonifici dai conti correnti delle due associazioni a favore dei propri conti correnti personali.
LE ACCUSE
Gli altri reati contestati, a vario titolo, sono: falso, indebita percezione di erogazioni pubbliche, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato. Significativa la descrizione che i pm fanno delle due associazioni culturali Opera Maestra e Stella Polare, nel mirino perché ottennero molti degli affidi sottosoglia: secondo l’accusa erano «prive di associati diversi dai fondatori, di strutture logistiche idonee a lavori o eventi e di personale dipendente». Erano in realtà state «create ad hoc per aggiudicarsi affidamenti/contributi relativi a opere ed eventi del Comune» con cui Esposto si sarebbe interfacciato «formalmente in rappresentanza delle associazioni e al fine di impossessarsi del denaro delle medesime per sé e per Santini». L’accusa chiama in causa Ricci per il conferimento dell’incarico nel suo staff a Santini, per la «richiesta di sponsorizzazioni a favore dell’Associazione Opera Maestra, proponendo l’adozione di provvedimenti in Giunta contenenti l’affidamento diretto dei lavori direttamente a quell’associazione». Secondo i pm, Santini avrebbe interferito e si sarebbe sostituito «di fatto, nella consapevolezza del sindaco di Pesaro, ai responsabili di servizio e/o unità operative del Comune, del direttore generale della Fondazione Pescheria Centro Arti Visive e del direttore generale di Aspes nella gestione dell’iter amministrativo propedeutico e conseguentemente all’emissione delle fatture di spesa per realizzare opere o iniziative pubbliche del Comune, nonché quale espressione diretta della volontà del sindaco presso i vari dirigenti/funzionari comunali».
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