Per i dipendenti pubblici, dal Piano strutturale di Bilancio che sarà trasmesso domani in Parlamento, arriva una certezza sui prossimi aumenti contrattuali. Nei conti pubblici, a partire dal prossimo anno, verrà garantito il recupero dell’inflazione. Si tratta di un aumento del 2 per cento l’anno per il prossimo triennio. Quella comunicata ieri dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ai sindacati, è una novità importante. Con le vecchie manovre annuali di Bilancio, gli statali erano abituati a finanziamenti con il contagocce negli anni iniziali della contrattazione, per poi avere un finanziamento più corposo nell’ultimo anno di vigenza dell’accordo. Le trattative per i rinnovi, in questo modo, iniziavano spesso al termine del periodo contrattuale per poi riconoscere gli arretrati per il passato. Ora si cambia. L’aumento del prossimo triennio è stabilito in anticipo, e questo consentirà di iniziare subito la trattativa per il rinnovo dei contratti 2025-2027. Prima però, bisognerà firmare quello ancora pendente del 2022-2024. Nei giorni scorsi, parlando all’assemblea della Confindustria, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva sottolineato di voler accelerare sulle trattative. Due giorni fa, Antonio Naddeo, il Presidente dell’Aran, l’Agenzia che tratta per il governo i rinnovi, ha portato al tavolo della trattativa per le Funzioni centrali le tabelle con gli aumenti. Il contratto in questione è quello degli statali in senso stretto i dipendenti ministeriali, quelli delle agenzie fiscali e degli enti pubblici economici.
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IL PASSAGGIO
Gli aumenti medi vanno dai 110 euro degli operatori (la prima area) ai 193 euro delle elevate professionalità. Il prossimo appuntamento è già fissato per l’8 ottobre, lo stesso giorno in cui di dovrebbe discutere la mozione delle Camere sul Piano strutturale di Bilancio del governo. Oggi poi, sarà il turno della Sanità. Anche per infermieri e il restante personale sanitario, l’intenzione è quella di accelerare. Ma i sindacati aspettano anche di capire quanti e quali fondi in più il governo metterà sul comparto. L’attesa è per una defiscalizzazione delle indennità specifiche, come quella infermieristica o dei pronto soccorso. Lunedì 30, poi, toccherà ai sindacati dei dipendenti comunali sedersi al tavolo. E, nello stesso giorno, le forze di polizia, della difesa e della sicurezza, saranno ricevute a Palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione pubblica per riprendere le trattative sul loro contratto. Manca all’appello la scuola. Per i professori il negoziato per il contratto 2022-2024 non è ancora iniziato.
Per tutti vale lo stesso principio. Per il triennio 2022-2024, il governo ha stanziato 5 miliardi per gli aumenti, a cui si aggiungono altri 3 miliardi di Sanità ed Enti locali. Questo stanziamento vale un aumento del 5,78 per cento, non lontano da quel 6 per cento che il Piano strutturale di Bilancio dovrebbe garantire per il prossimo triennio. Anche per questo, in un prossimo provvedimento, il governo potrebbe incrementare le somme del contratto in discussione di un altro 0,22 per cento.
IL MECCANISMO
Cosa faranno i sindacati? Va detto che se firmassero entro l’anno il contratto 2022-2024, si tratterebbe del terzo accordo in quattro anni. Una continuità nei rinnovi che per oltre un decennio non si è avuta nel pubblico impiego. Rinnovi ai quali si sono aggiunti anche aumenti una tantum e una perequazione delle indennità di amministrazione nei ministeri che, nella maggior parte dei casi, si è tradotta in ritocchi verso l’alto. I contratti, ha ricordato il Presidente dell’Aran Naddeo, non riguardano soltanto la parte economica. Anche la parte normativa è importante. I testi portati ai tavoli delle trattative, contengono agevolazioni sullo smart working e migliori condizioni di lavoro per chi è più vicino all’età della pensione, come il part time o il lavoro da remoto. Nella manovra, poi, dovrebbe arrivare anche la possibilità di prolungare su base volontaria, la permanenza al lavoro fino a 70 anni.
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