17.05.2025
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Politics

dalla mail di Mattarella a La Russa e Renzi


«Un pericolo per la democrazia di questo Paese», ha descritto così l’ennesimo scandalo dossieraggio, esploso a Milano, il pm della città menghina Francesco De Tommasi nella richiesta di custodia cautelare per i vertici di Equalize, la società di investigazione ora sotto sequestro. Un giro di affari pari a 3,1 milioni di euro di «profitti illeciti», 2,3 milioni la sola Equalize. E più passa il tempo, più emergono nuovi dettagli e nuovi nomi nella lunga lista degli spiati, tutti finiti nel mirino della rete di hacker scoperta da un’indagine della Dda. Molti di questi, e parte anche da qui l’allarme per la tenuta della democrazia, sono politici di alto profilo.

La Russa e Renzi spiati dagli hacker

Il presidente del Senato Ignazio La Russa, il suoi figli Geronimo e Leonardo e ancora il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Le lunghe mani di Enrico Pazzali, presidente di Fiera Milano e «regista» dei dossier, oggi indagato, sono arrivate fin qui. D’altronde, Pazzali sarebbe «un amico di vecchia data» del presidente del Senato, che si dice «stupito» e «disgustato» da quanto emerso dalle intercettazioni pubblicate dal Corriere

Il report su Ignazio La Russa e figli sarebbe stato commissionato nel maggio 2023 da Pazzali, che in un’intercettazione dice: «Del cinquantatrè! No, ha settantacinque anni lui…vai giù…giù, giù…questo…diciotto luglio.

Esatto, abita in…(incomprensibile)». E ancora: «E metti anche un altro se c’è…eh…come si chiama l’altro figlio? Come si chiama? Eh…Geronimo come si chiama Geronimo La Russa? ma non si chiama Geronimo (…) Antonino? Metti Antonino La Russa? Lui è dell’ottanta, infatti c’è La Russa Antonino Junior Giovanni». E infine sul terzogenito del politico Pazzali chiede: «Leonardo sull’intelligence non ha niente?».

Dati rubati, chi sono gli spioni: Gallo il poliziotto del delitto Gucci, Calamucci la mente tecnologica e Pazzali il manager laureato alla Bocconi

Mentre il dossieraggio dell’ex premier Renzi è emerso in un’intercettazione tra gli altri due protagonisti dello scandalo, l’ex «super poliziotto» Carmine Gallo e l’hacker Nunzio Samuele Calamucci. Nello specifico, nel colloquio Gallo esterna il timore di venire scoperti nel caso si prendessero di mira personalità troppo in vista: «Noi i deputati, i senatori e i consiglieri regionali, noi non possiamo farli perché c’è l’alert», ma subito dopo Calamucci lo tranquillizza spiegandogli di aver trovato il modo di aggirare il sistema. La chiave di volta per arrrivare ovunque. «Da anni sono oggetto di una campagna violenta contro di me e la mia famiglia», il commento di Renzi, che ha aggiunto: «In un momento in cui i dati sono il nuovo petrolio dobbiamo avere il coraggio di affermare che la violazione dei telefonini o dei computer è un reato gravissimo».

Anche il Quirinale nel mirino

Il pm De Tommasi — che ha chiesto al Riesame il carcere per Gallo e Calamucci e i domiciliari per Pazzali — scrive anche che il gruppo avrebbe intercettato «un indirizzo mail del presidente della Repubblica Sergio Mattarella» riuscendo a «utilizzare abusivamente o a clonare l’account del presidente». In un’intercettazione Calamucci, parlando con Gallo, lo aggiorna in merito all’invio «a venti persone, più tre mail, una mail intestata a Mattarella, con nome e cognome che se vanno a vedere l’account è intestato al Presidente della Repubblica». Dal Quirinale sulla questione arriva un «no comment». 

Dati rubati, i pm: «Rischi per la democrazia». Clonata la mail di Mattarella, spiati La Russa e Renzi. I pm: «Rischi per la democrazia»

Ma tra i dossierati ci sarebbero anche l’attuale eurodeputata Letizia Moratti, quando puntava alla Regione, l’attuale presidente del Milan Paolo Scaroni, il presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Carlo Sangalli e l’avvocato siciliano Piero Amara, imputato per una serie di vicende sui procedimenti Eni e la Loggia Ungheria. In alcuni casi, però, Pazzali ha messo da parte i dossier e ha utilizzato le informazioni in suo possesso con amici e conoscenti per portare avanti i propri interessi. Come quando ha cercato di screditare Guido Rivolta, prossimo ad entrare nello staff della premier Meloni, con Daniela Santanché, ignara delle attività illecite. Le vittime potrebbero, in ogni caso, potrebbero essere ancora molte altre, visto che il «tesoretto» di dossier conterrebbe la sterminata cifra di 800mila fascicoli rubati allo Sdi, la banca data interforze del Viminale. 

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