Cinema e serialità stanno scoprendo la moda non più soltanto come sfondo patinato, ma come vero terreno narrativo. I prossimi mesi saranno ricchi di produzioni e uscite che indagano il fascino delle catwalk, il peso culturale dei marchi e persino le contraddizioni di un’industria in continua trasformazione.
L’ex Spice su Netflix e “Couture”, un film tra Parigi e passerelle
Dal prossimo 9 ottobre approda su Netflix la docuserie “Victoria Beckham”, diretta da Nadia Hallgren. Il progetto promette di mostrare la stilista-imprenditrice tra sfilate, decisioni strategiche e vita familiare, raccontando la costruzione di un brand in un mondo in cui la moda è anche spettacolo, comunicazione e business. Al Festival di Toronto, invece, è stato presentato “Couture”, nuovo lungometraggio della francese Alice Winocour con Angelina Jolie nei panni di una regista americana che arriva a Parigi durante la Fashion Week. Girata anche dentro le sale della maison Chanel, la pellicola regala un accesso raro agli atelier, svelando la tensione e la magia del “dietro le quinte” dell’Haute Couture.
Sofia Coppola racconta Marc Jacobs, Miss Italia si fa documentario
Dal cinema d’autore al documentario: «Marc by Sofia», presentato fuori concorso a Venezia 82, vedrà Sofia Coppola raccontare da vicino l’amico e stilista Marc Jacobs. Un ritratto intimo che mescola visione, memoria e riflessioni su cosa significhi creare oggi ed essere un’icona nel fashion system. Netflix conferma il suo interesse per il settore con “Trainwreck: The Cult of American Apparel” dello scorso luglio, inchiesta sul brand statunitense che ha segnato lo stile anni Duemila tra minimalismo sexy e controversie gestionali. Quest’anno è uscito anche “Miss Italia mustn’t die”, docu firmato da Pietro Daviddi e David Gallerano che esplorano la storia del concorso più celebre dello Stivale e la sua capacità di adattarsi ai nuovi criteri di bellezza e inclusività. In lavorazione “Armani-The King of Fashion” che, secondo il produttore Andrea Iervolino, sarà molto più di un biopic: un vero e proprio tributo, tra heritage e genio, all’ultimo Re dell’eleganza made in Italy scomparso lo scorso 4 settembre all’età di 91 anni.
La serialità guarda al costume con “Ladies in Black” e “Il Diavolo veste Prada 2”
Dall’Australia arriva “Ladies in Black”, serie ambientata nel 1961 che ha debuttato il 12 luglio.
Le riprese si sono svolte in un grande magazzino, l’opera seriale parla del percorso di un gruppo di donne alle prese con sogni, ambizioni e l’apertura di nuove boutique. I costumi d’epoca diventano specchio di una società in trasformazione, dove la moda scandisce l’ingresso nell’età moderna. Il 2026 vedrà invece il ritorno di un cult: “The Devil wears Prada 2”, sequel della pellicola che ha reso iconica Meryl Streep nei panni della diabolica direttrice Miranda Priestly. Torneranno anche Anne Hathaway, Emily Blunt e Stanley Tucci, in una narrazione che esplorerà come il giornalismo di moda e l’industry abbiano cambiato volto nell’era digitale e post-pandemica segnando il costume contemporaneo.
Ethical fashion e critica sociale in televisione
Non mancano le produzioni a vocazione più critica. La serie “Fashion Redressed,” realizzata da Global Fashion Agenda e BBC StoryWorks, tornerà nel 2026 con nuovi episodi dedicati a sostenibilità, economia circolare e trasformazione del settore. Un format che mette l’universo modaiolo davanti alle sue sfide più urgenti, dalla giustizia sociale all’impatto ambientale. La moda sullo schermo non è più solo estetica: è racconto culturale e terreno critico. Nei prossimi mesi sarà interessante osservare come i vari progetti dialogheranno con un pubblico che chiede non solo glamour, ma anche verità, riflessione e nuove prospettive sul mondo che veste l’immaginario collettivo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this