16.05.2025
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Fashion

dai jeans alle t-shirt, lo scontro (modaiolo) tra generazioni


È il dibattito dell’estate: quali calzini indossare? Alti al polpaccio o sotto la caviglia (i pedalini, come si dice in gergo)? Perchè c’è una scelta che vi farà sembrare più vecchi e imperversa per tutto l’Internet, gira sui social e se ne occupano perfino i giornali come il Guardian. In soldoni: i calzini corti, ormai, sono roba da Millennial, mentre la Gen Z li vuole alti al polpaccio, come impone il tenniscore ma soprattutto come li indossava vostro padre negli anni Ottanta.

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L’errore fondamentale che rivelerà la vostra età, insomma, è tutta questione di calze, resa ancora più definitiva dall’arrivo dell’estate con tutto il suo corollario di shorts, gonne e bermuda.

Chi è nato appena prima del 2000 infatti non ha più nessuna intenzione di indossare un calzino che sia al di sotto del polpaccio, andando incontro alla reazioni indignate della generazione prima, che ha passato gli ultimi 20 anni a sforzarsi di non farlo spuntare dalle calzature.

Millennial contro Gen Z, la sfida all’ultimo look

E il dibattito Millennial contro Gen Z in chiave modaiola tiene banco su Instagram e TikTok, dove spopolano i video che mettono a confronto lo stile delle due generazioni. I titoli sono emblematici: «Mi provo gli abiti di mia sorella del Duemila», «Come andare a un concerto se sei Millennial e come andarci oggi», «Millennial vs Gen Z» in ufficio, all’aeroporto e via dicendo. 

Ma quali sono, calzino a parte, gli elementi che distinguono lo stile di chi è nato dagli Ottanta in poi da quello della generazione successiva? La scelta è vasta: si passa dall’oversize alla sempreverde questione di dove si debba collocare la vita dei jeans. 

La vita bassa

Se per i Millennial, infatti, la vita bassa è sostanzialmente una creatura del demonio, la Generazione Z la ha felicemente riesumata, declinando il denim di tendenza in versione larga. Capiamoli: non sono stati obbligati a trascorrere l’adolescenza con Britney Spears e le modelle evidentemente sottopeso come icone di stile, dovendo esporre l’ombelico per forza, loro. La generazione precedente, invece, ha un solo credo: la vita alta, considerata più chic e meno impegnativa da sfoggiare.

Le t-shirt

L’altro dilemma è la t-shirt: il modello in voga tra i più giovani è oversize e senza linea (sostanzialmente come quello che i Millennial hanno indossato per tutti gli anni Novanta). Bandite invece le maglie stretch o che comunque mettono in vista la forma del corpo. Bandito un po’ tutto ciò che è stretto, tipo i jeans skinny tanto amati nel periodo precedente al lockdown.

Perché se la Generazione Z prende in giro i «fratelli maggiori», è vero anche che questi, dopo un periodo a casa, si sono ritrovati in un mondo stilisticamente cambiato e hanno faticato ad adattarsi. Per questo, come scrive il Nyt, hanno spesso la sensazione che ciò che indossano sia ormai decaduto e cercano di prendere spunto dai più giovani. La chiave probabilmente sta nel fatto che oguno tende a guardare con un pizzico di sufficienza i propri predecessori: così chi ha indossato pedalini per tutta l’infanzia li reputa il male assoluto, e viceversa.

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