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dagli affitti alle mense, stretta anche sugli aiuti al commercio solidale


Più telecamere installate nelle carceri per avere meno turni di sorveglianza. Nelle tabelle dell’ultimo allegato alla Documenti di finanza pubblica l’intervento del ministero della Giustizia passa sotto la dicitura «Riorganizzazione dei servizi penitenziari per effetto della transizione tecnologica e digitale». È una delle strategia adottate dal dicastero di via Arenula per stare in linea con l’indicazione del ministero dell’Economia di ridurre le spese. Nel 2025 il ministero guidato da Carlo Nordio dovrà contribuire con 114 milioni di euro a raggiungere 2 miliardi di risparmi richiesti dal Mef ai vari dicasteri.

Le nuove regole di bilancio europee hanno indicato un tetto massimo entro il quale ogni anno la spesa dei diversi Stati membri dell’Ue può salire. Il conto delle entrate e delle uscite deve essere quindi meticoloso.

La grande novità della spending review avviata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non è quindi soltanto quella di indicare quanto occorre tagliare. Tabelle e schede, nelle oltre 500 pagine che fanno da compendio al Documento di finanza pubblica, servono infatti a monitorare il lavoro svolto finora e capire se tutti sono in linea.

IL CIBO

La Corte dei conti, nel giudizio di parificazione sul rendiconto dello Stato, ha dato atto che il percorso procede bene. Per gli obiettivi fissati nel 2022 senza troppi problemi, per quelli indicati nel 2023 qualche tensione nel raggiungere un risultato c’è, superata con l’intervento risolutore del Tesoro.

Il ricorso alla tecnologia ha permesso lo scorso anno di risparmiare sui turni di servizio del personale circa 17 milioni rispetto al 2022. Sempre via Arenula ha via via sostituito con i buoni pasto il servizio mensa in 11 istituti penitenziari minorili su 17. Alla Difesa si lavora di fino. Tramite il ricorso ad accordi quadro triennali l’Esercito sta riducendo il costo medio dei pasti; la Marina militare sta lavorando sul contenimento dei costi delle manutenzioni, l’aeronautica tra gli altri settori lavora ai servizi di pulizia delle caserme. Altro capitolo di risparmio è la dismissione di circa 300 veicoli della forestale, la cui manutenzione non era più conveniente e che solo in parte sono stati sostituiti con nuovi mezzi.

Al ministero delle Imprese la mannaia è calata sui fondi per il commercio equo e solidale. In via Veneto si è anche decisa una «ottimizzazione delle risorse» del fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali delle imprese in crisi. Ampio il numero di misure del Mef. Anche perché, come segnalato dalla Corte dei conti, via XX Settembre ha dovuto fare anche da supplente. Ad esempio la Guardia di Finanza sta portando al suo interno le operazioni di manutenzione di mezzi navali. Anche se su alcuni sistemi è stato necessario commissionare all’Università Federico II un studio tecnico per risolvere il problema di alcune operazioni che non è possibile eseguire internamente.

L’Agenzia delle entrate sta rivedendo le spese nel settore della tecnologia, sposta gli uffici in altre sedi meno costose e sta centralizzando le varie procedure negoziali.

Alla Farnesina una nota è d’obbligo: «Le riduzioni non potevano essere applicate su voci di spesa a carattere giuridicamente obbligatorio, come le spese di personale e i contributi a organismi internazionali». Il ministero degli Esteri spiega quindi che una parte dei tagli ha riguardato la cooperazione allo sviluppo (nella parte dei canali multilaterali) e le attività di promozione dell’Italia.

LA BIODIVERSITÀ

Nei vari capitoli di competenza del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica la spending review ha toccato tra gli altri il finanziamento dei Caschi verdi, il programma sperimentale di tutela delle aree riconosciute dall’Unesco come di particolare pregio naturalistico; il funzionamento del comitato per la finanza ecosostenibile e il costo di noleggio di mezzi per interventi di controllo e prevenzione dell’inquinamento marino. Non mancano criticità segnalate dallo stesso Mase. La riduzione dei contributi per la tutela della biodiversità e del mare, potrebbero intaccare il raggiungimento degli obiettivi della strategie europea in materia. Quindi servirà un attento monitoraggio.

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