Nel bene e nel male, l’importante è andare. E Giuseppe Conte, eccome se va. Ma mica solo quando si tratta di scendere in piazza contro le politiche del governo o volare fino all’Aja per manifestare contro l’accordo sulle spese della Difesa Nato. Il presidente del Movimento 5 Stelle arringa le piazze, ma non rinuncia ai salotti buoni della politica. Che continuano a invitarlo e che lui, l’avvocato di Volturara Appula, non rinuncia a frequentare. Quel piglio moderato che in passato lo ha aiutato nella salita a Palazzo Chigi, torna utile oggi per farsi spazio tra i leader di opposizione, arrivando dove altri, invece, decidono di fermarsi.
IL CASO AMBASCIATA
Il caso più recente è quello della partecipazione del presidente del Movimento alla festa del 4 Luglio, all’ambasciata Usa. Un appuntamento, quello a Villa Taverna, in cui quest’anno ha sfilato tutta la destra di governo: la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affiancata dai due vice, Matteo Salvini e Antonio Tajani. E uno stuolo di ministri, sparsi qua e là. In buona compagnia della destra “di Parlamento”, dai massimi vertici, come il presidente del Senato, Ignazio La Russa, fino ai parlamentari semplici e ai funzionari di partito. A disertare la leader del Pd, Elly Schlein, complice forse il cambio di guida alla Casa Bianca. Rari i dem avvistati tra la folla festante tra drappeggi a stelle e strisce: Lorenzo Guerini, Aberto Losacco — che fa parte della delegazione parlamentare Nato — e Beatrice Lorenzin. All’Indipendence day, Giuseppe Conte, invece, c’era eccome. Seguito a distanza dal suo braccio destro e dex portavoce, Rocco Casalino. E pronto a non risparmiare stoccate alla competitor del centrosinistra: «Bisogna sempre ricordare che quella con gli Usa è un’alleanza indiscutibile», ha detto al Foglio. Non solo una presenza motivata dal feeling con Donald Trump, che al tempo lo ribattezzò “Giuseppi”, ma una chiara indicazione del comportamento da tenere se si vuole essere “sinistra di governo”.
IL PANEL DA VESPA
E forse non è un caso che il leader del Movimento 5 stelle sia anche l’unico, nell’opposizione, a figurare tra gli ospiti del Forum in Masseria, la kermesse politico- ecomica organizzata da Bruno Vespa con Comin & Partners. Che può vantare un parterre quasi da Consiglio dei ministri al completo: più di dieci gli esponenti del governo presenti, con tanto di videocollegamento della premier Giorgia Meloni. In realtà, non si tratta di una prima assoluta per Conte che aveva già partecipato al Forum nell’edizione del 2023, dialogando nel panel conclusivo con Bruno Vespa. Format che verrà replicato, allo stesso modo anche quest’anno. Ma Schlein? L’assenza della segretaria del Pd non sarebbe un forfait. Il conduttore Rai avrebbe voluto invitarla, ma i rapporti tra i due non sarebbero ancora così confidenziali, viene spiegato. Il che, di tutta risposta, è la dimostrazione della famigliarità che il leader Movimento, invece sarebbe riuscito a costruire. Insomma, la competition a sinistra c’è, ed è fatta di presenze.
L’ECCEZIONE MEETING
Più complicato il terreno di battaglia del famigerato Meeting di Rimini, la kermesse di Cl, in programma per fine agosto e dove, con tutta probabilità, quest’anno, si ripresenterà anche la premier. L’ultima volta nessuno dei leader di opposizione ha partecipato, ma non è detto che la storia si ripeta uguale. Nel casellario delle presenze, Conte, da parte sua, può annoverare però anche la sortita ad Atreju, la manifestazione dei giovani di Fratelli d’Italia. «Sono andato ad Atreju a dire a Fratelli d’Italia come stanno le cose. Vogliono alzare gli stipendi ai Ministri mentre c’è un Paese che soffre» , ha scritto sui social il numero uno dei pentastellati, a dicembre scorso. A dispetto della leader del Pd, Elly Schlein, che non ha ricevuto l’invito bollato da via della Scrofa, dopo la decisione di dare forfait nel 2023. Esserci o non esserci: è questo il vero dilemma shakesperiano che attanaglia i leader in pole per la guida dell’opposizione.
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