Per l’Enciclopedia Treccani la parola del 2024 è rispetto, mentre per la società statunitense Merriam-Webster (nota per i suoi dizionari) è polarizzazione. L’Oxford Dictionary ha scelto «brain rot» ovvero il «cervello in pappa» causato dalla grande abbuffata di contenuti banali online, mentre i termini più ricercati su Google Italia sono stati dissing, intersessuale e stop al genocidio. E per la moda? Nessun dubbio, gli aggettivi di questo 2024 agli sgoccioli sono due: brat e demure. Assurti alle cronache nel corso dell’anno, il primo indica una donna ribelle, esagerata e che veste di conseguenza. Demure è l’esatto contrario: riservata, pudica, sofisticata, lontano dai riflettori nella scelta dei propri abiti che esprimono un’eleganza low profile. Poli opposti, insomma. E come sempre la perfezione, si sa, arriva quando gli estremi si toccano. Ecco allora che per Natale possono essere i due aggettivi a fare da bussola nella scelta del look. Un occhio all’opulenza, un occhio alla modestia, uno alla stravaganza, l’altro al lusso sussurrato.
LE CITAZIONI
Ne è un esempio il nuovo Valentino di Alessandro Michele dove l’opulenza è sinonimo di alta artigianalità e la stravaganza di cultura. L’abito della collezione Avant Les Débuts, un po’ Paolina Bonaparte e un po’ Daisy Fay del Grande Gatsby, è in tulle ricamato e si porta con una cappa in organza con decori di paillettes multicolor. A rimarcare l’audacia del designer romano, che debutterà a gennaio a Parigi con la sua prima collezione di alta moda, un turbante in testa, un paio di guanti, una minaudière Valentino Garavani Carry Secrets con ricamo floreale in cristalli e chiusura con borchia, e gioielli a non finire. Prada da sempre insegna che il bon ton non è altro che un insieme di codici di abbigliamento ereditati che rievocano momenti e periodi distinti della vita di ognuno. Come l’abito nero con scollo a cuore e spalline gioiello incrociate sul retro, quasi fosse una collana preziosa. Le mise per le feste vengono raccontate da Sabato De Sarno, direttore creativo di Gucci, con una storia divisa in quattro capitoli che parte da Londra e arriva a Firenze, città natale della maison.
LE STAR
A interpretare lo stile Gucci ci sono Julia Garner con il marito, il musicista Mark Foster, l’attrice americana Dakota Johnson e gli ambassador gli attori cinesi Ni Ni e Xiao Zhan. Indossano abiti che riportano all’allure degli anni Sessanta con inserti preziosi. Immancabili le borse Jackie Notte, Jackie 1961 e Bamboo 1947, in tonalità metallizzate, Rosso Ancora, e con decorazioni in cristallo, accompagnate da slingback Gucci Signoria e da eleganti gioielli Gucci Horsebit. È ribelle, spavalda e non ha paura di osare la donna Dolce & Gabbana che affronta le feste ricoperta di cristalli dorati da testa a piedi, borsa compresa. Scolli scultura, tagli impeccabili, tessuti preziosi: ovvero i fondamentali dell’alta sartoria e del demure, si ritrovano nelle creazioni di Giorgio Armani. Un look che potrebbe essere facilmente indossato da Cate Blanchett, paladina di uno stile pragmatico e mai sopra le righe, estremamente sofisticato. Pezzi sobri e all’apparenza modesti, ultima interpretazione del lusso discreto anche gli abiti di Arket, il marchio di moda e lifestyle di proprietà del colosso svedese H&M che per le festività ha reinterpretato il classico tubino. Stile ladylike senza fronzoli per il backless dress (a schiena scoperta), lo shift dress (tubino a trapezio), il cape dress (a mantella) e il fit-and-flare dress (aderente e svasato). Tutto molto rassicurante, molto rispettoso. La donna Bottega Veneta, invece, è razionale ma con un twist. Del minimalismo mantiene solo la traccia perché le piace sfoggiare abiti che nascono da un attento studio delle silhouette come la sottoveste nera morbida e drappeggiata o il mini abito in seta metallizzata.
LE SCOLLATURE
A metà fra una sottoveste e un abito grembiule in chiffon color oro fuso, Alberta Ferretti opta per una mise audace con la scollatura profonda perché anche a Natale un tocco di malizia non guasta. E su tutto un cappotto broccato di Max Mara Atelier, incarnazione di un design minimale e di una raffinata artigianalità. Dalla linea évasé d’ispirazione couture, è realizzato in prezioso tessuto jacquard cloquè di misto seta con inserimenti di filo lamè. E che le feste comincino.
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