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pronto ad abbassere le tariffe. Ma “blinda” il 10% per tutti i Paesi


C’è chi come Guy Parmelin, ministro dell’Economia svizzero, preconizza una sospensione dei dazi reciproci tra Usa e Cina durante il vertice di Ginevra che inizierà in queste ore. La Borsa un po’ ci crede, o vuole crederci, e gli indici guadagnano terreno. Anche perché in un post su Truth, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha evocato una riduzione dei dazi sulla Cina fino ad assestarli all’80 per cento. Una cifra quest’ultima che, scrive Trump, «sembra giusta!». Ai colloqui con la Cina la delegazione americana sarà guidata dal segretario al Tesoro Scott Bessent.«La Cina ha bisogno di noi e del nostro mercato», ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. «Bessent andrà a parlare con le controparti cinesi e vedremo cosa accade», ha aggiunto precisando che il segretario al Tesoro ha «la fiducia totale» di Trump. Su questo, il presidente e lo staff, ha detto Leavitt, «lavorano per ottenere un miglior accordo possibile per l’America». Gli Usa ha spiegato ancora la portavoce, abbasseranno le tariffe a Pechino se «vedrà concessioni». Durante il brefing con la stampa, Leavitt ha chiarito anche un altro concetto: i dazi del 10 per cento, la tariffa base stabilita da Trump, rimarrà per tutti i Paesi. «Il presidente la vuole mantenere», ha confermato.

In un altro post pubblicato sempre su Truth Social, Trump ha poi celebrato l’intesa commerciale siglata con il Regno Unito, definendola «straordinaria per entrambi i Paesi». Il presidente ha evidenziato in particolare un ordine da 10 miliardi di dollari effettuato da British Airways per nuovi aerei Boeing, citandolo come prova concreta del successo dell’accordo. Trump ha poi ribadito il suo sostegno all’uso dei dazi come leva economica, affermando: «Faremo una fortuna con i dazi, solo le persone intelligenti lo capiscono». Nel messaggio, Trump ha anche attaccato la giornalista di Msnbc Stephanie Ruhle, accusandola di diffondere «bugie sui dazi» per sminuire il suo operato, definendola «neurotica ed esausta». Il presidente ha quindi accusato la rete Msnbc di agire come «voce del Partito Democratico», invocando sanzioni fiscali contro l’emittente e il suo gruppo editoriale, Comcast. Sul fronte europeo di schiarite per adesso non se ne vedono, anche se Trump, ha affermato di voler raggiungere «un accordo con l’Europa, anche se ci hanno trattato ingiustamente. Spero», ha detto, «di incontrare la presidente von der Leyen».

IL PASSAGGIO

Ma ieri la stessa presidente della Commissione ha spiegato che vedrà il presidente americano solo quando ci sarà una soluzione. I negoziati insomma sono in corso, ma un punto di caduta tra Europa e Stati Uniti ancora non è stato trovato. L’Ue insomma, resta aperta al dialogo ma si prepara a colpire gli Stati Uniti con controdazi da 95 miliardi. Forte anche del fatto che la Germania non romperà il fronte. Anzi, il neo cancelliere tedesco Friedrich Merz lo ha compattato. Lo ha fatto direttamente con Trump, in una telefonata nella quale si è congratulato dell’accordo raggiunto con la Gran Bretagna, ma in cui ha spiegato anche al presidente americano che non sarà possibile fare lo stesso con gli Stati membri dell’Unione. L’Europa, insomma, parlerà con una sola voce. Più prudente il cancelliere si è mostrato sul debito comune. «Ci saranno sicuramente alcune divergenze di opinione» sul nuovo bilancio Ue, ha detto Merz. «Non cambierò la posizione del governo federale tedesco sulle possibilità di indebitamento dell’Ue. Quelle devono restare eccezioni», ha sottolineato.

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