L’ultimo giorno delle sfilate maschili milanesi estate 2025 si chiude nel segno di un’eleganza libera e consapevole. Giorgio Armani porta in passerella la “quintessenza” del suo stile. Un “Armani in purezza” verrebbe da scrivere. Ribaditi i codici di rigore, leggerezza ed eleganza, sempre tradotti in abiti nuovi. L’invito allo show era un palmizio cangiante. E anche la sala, spoglia, aveva solo pareti a schermo dove si vedevano rami di palme muoversi alla brezza dell’estate. I modelli vestivano “alla Armani”. Rilassatezza, pacatezza, eleganza anche nei momenti di relax. Un guardaroba composto di giacche sartoriali e decostruite, pantaloni morbidi ad anfora o in stile indiano, camicie spesso senza collo, fazzoletto annodato e cappello morbido, a volte portato a mano. I colori sono very Armani: greige, beige, blu, con tocchi di rosa che illuminano giacche e camicie, magari da abbinare al marrone e al blu scuro. Le stampe ricordano le palme e stanno sulle camicie, sui pantaloni in seta, sui gilet portati a nudo, mentre le t-shirt hanno il nome “Giorgio”.
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LE STAR
Il formale con la cravatta, ma anche qui senza esagerare è sempre estate ed è sempre Armani. Ad applaudire anche l’attore Russel Crowe. Lo stilista per i saluti finali è uscito accompagnato da Leo Dell’Orco, braccio destro e responsabile stile uomo, e Gianluca Dell’Orco, capo dell’ufficio stile Armani uomo. Carnet pieno per Re Giorgio, che compirà 90 anni l’11 luglio. Dopo l’alta moda a Parigi il 17 ottobre sarà a New York per inaugurare il nuovo building su Madison Avenue, anche con una sfilata. «Non è una collezione sul surf, ma sulla libertà, sulle persone, sullo scegliersi. Su una moda che non deve far paura». Chiarisce Sabato De Sarno che a ispirarlo è stato un libro, “Giorni selvaggi” del reporter William Finnegan, dove del surf lo ha colpito «la libertà». E poi c’è il luogo, il museo della Triennale, un altro simbolo del conoscersi: «Il museo è il primo posto che visito in una città. È il luogo dell’incontro». Libertà, persone, incontri. Ecco le parole chiave di Gucci: «Le persone sono al centro, io faccio vestiti da vent’anni e lo faccio per le persone, cerco un abbraccio, un dialogo». Nella sfilata il nuovo formale parte dai volumi e dalla lunga esperienza di De Sarno nella couture. Ecco il cappotto di pelle color lime (c’è tanto verde e lilla nella collezione), doppiato in neoprene bianco, con gli shorts e gli stivaletti allungati. La giacca vince su tutto: monopetto o doppiopetto, con pantaloni dritti. E poi la maglia rosa che in realtà è fatta da paillettes, sontuosa e super leggera. Ai piedi si alternano le sneaker cub3D, e le ballerine tipo surf con suola in gomma. La B Bag diventa mini, ed è arrivata una nuova borsa, ancora senza nome, di pelle lavorata effetto lucido, imbottita. Zegna prosegue la sua esplorazione nel sartoriale, dove quel che conta è l’interpretazione personale dell’abito. «È un linguaggio costruito sulle persone», conferma il direttore creativo Alessandro Sartori.
LE ESPLORAZIONI
Lo show, che ha chiuso la settimana milanese, ha in passerella anche il 58enne attore Mads Mikkelsen. In uno spazio industriale al centro un campo di lino è creato con fili di rame dal colore cangiante. Il tessuto “Oasi Lino” è protagonista, declinato anche in maglieria. Soprabiti e giacche avvolgenti, blazer con camicie in maglia, polo in rete, shorts e tante tasche che contengono, proteggono. E in mano le valigie, per partire verso il sole.
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