Per molto tempo è stata una casella che valeva quanto quella di un ministro: il Commissario alla spending review. Un uomo a cui affidare il non popolarissimo compito di ridurre gli sprechi e abbassare la spesa pubblica. Ogni governo ne ha scelto uno. Mario Monti aveva Enrico Bondi, Matteo Renzi incaricò Yoram Gutgeld. Ma ce n’è uno più di tutti che è diventato un’icona rappresentativa di questi Mr. Forbici: Carlo Cottarelli. Bene.
Ieri l’Osservatorio sui Conti pubblici italiani, il centro studi creato dallo stesso Cottarelli, ha dato alle stampe un interessantissimo rapporto intitolato: «Formiche e cicale, quale governo ha speso di più negli ultimi decenni». Che in realtà è anche una graduatoria al contrario, che dice quale governo ha controllato meglio la spesa pubblica e sprecato meno.
Ebbene, escludendo i momenti di crisi in cui il Pil scendeva, ha spiegato l’Osservatorio di Cottarelli, gli incrementi più consistenti di spesa si sono avuti con i governi Berlusconi II e III nei primi anni Duemila, mentre le principali riduzioni si devono ai governi Berlusconi I e Dini (1994-1996) e ai governi Renzi e Gentiloni (2014-2018). Ma, e qui è la sorpresa, il calo più forte è però quello del 2024. Vale a dire il governo attuale Meloni. Un governo che non ha un commissario alla spesa. A dimostrazione, probabilmente, che un ministro capace e con un mandato politico forte, come Giancarlo Giorgetti, riesce più di tanti tecnici.
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