14.06.2025
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«Così non ci sto». Milo Infante costretto a intervenire


La puntata del 10 giugno di «Ore 14» su Rai2 si è trasformata in un acceso campo di confronto, soprattutto durante il segmento dedicato al caso di Garlasco. I toni si sono accesi quando il giornalista e scrittore Piero Colaprico e l’avvocato De Rensis, il legale di Alberto Stasi, si sono trovati su posizioni fortemente contrapposte.

La lite De Rensis-Colaprico

A innescare la tensione è stata una ricostruzione ipotetica fatta da Colaprico riguardo alle ultime ore di vita di Chiara Poggi. Lo scrittore ha avanzato l’idea che tra Chiara e Alberto possa esserci stata una discussione significativa, basandosi su alcune interpretazioni personali e sugli atti processuali. Una lettura dei fatti che l’avvocato De Rensis ha immediatamente contestato con fermezza, sottolineando che nessuno, in quella sede, conosceva davvero Chiara o la sua relazione con Stasi, e che dunque non si dovrebbero fare supposizioni sulle loro dinamiche private.

Il dibattito è entrato nel vivo quando Colaprico ha immaginato un dialogo tra i due giovani avvenuto la sera prima del delitto, mentre lavoravano alla tesi. «Chiara era profondamente innamorata e potrebbe aver detto cose importanti, mai emerse», ha detto lo scrittore.

Un’ipotesi che ha fatto infuriare l’avvocato, il quale ha interrotto l’intervento dicendo: «Questo tipo di narrazione non è accettabile. Non possiamo costruire scenari fantasiosi su una vicenda così drammatica».

L’intervento di Milo Infante

Colaprico ha però insistito sul fatto che alcune deduzioni sono legittime, alla luce dei documenti processuali e delle testimonianze delle amiche di Chiara. De Rensis ha ribattuto seccamente: «Se dobbiamo fare delle ricostruzioni romanzate, se dobbiamo parlare di fiabe allora mi esonerate».

A quel punto è intervenuto il conduttore Milo Infante, nel tentativo di riportare il confronto su toni più pacati, ricordando agli ospiti l’importanza del rispetto reciproco, anche nelle divergenze. De Rensis ha poi lanciato una riflessione sul comportamento che Chiara avrebbe potuto avere se avesse davvero scoperto qualcosa di grave: «Se Chiara in quell’ora avesse scoperto delle cose drammatiche che avrebbero portato all’omicidio, penso che avrebbe preso il computer di Alberto e glielo avrebbe ridato nel cortile».

Colaprico, da parte sua, ha ribadito che non intende mancare di rispetto alla memoria di Chiara, che descrive come una ragazza affettuosa e sinceramente legata al suo compagno. Ha inoltre messo in dubbio l’idea di una “doppia vita”, definendola una costruzione infondata. «La doppia vita di Chiara non esiste, per me è una totale menzogna. Abbiamo una ragazza innamorata», ha dichiarato.

Alla fine, esasperato dal clima della discussione, l’avvocato ha annunciato: «Mi chiamo fuori da questa conversazione. Continuate pure senza di me». Prima di abbandonare il dibattito, ha espresso il suo disappunto: «Qui manca un’onestà intellettuale di fondo. Non mi arrabbio mai, ma stavolta non ci sto».

Nemmeno l’intervento della criminologa Roberta Bruzzone è riuscito a smorzare del tutto le tensioni: con un tono ironico, ha commentato che stavolta De Rensis si è alterato, ma almeno non per colpa sua. Un confronto acceso, che ha mostrato quanto il caso Garlasco riesca ancora a generare forti reazioni.

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