così Jasmine ha emozionato Wimbledon

Nonostante la sconfitta, Jasmine Paolini può uscire dal campo a testa alta. La prima italiana ad arrivare in finale a Wimbledon si è arresa a Barbora Krejcikova in tre set, al termine di una partita molto combattuta, soprattutto nell’ultimo game. Fino a quel momento, infatti, il terzo set era stato dominato dal servizio: la ceca in quattro turni di servizio aveva concesso appena un punto a Jasmine, ma con l’avvicinarsi del momento clou qualcosa si è inceppato. La Paolini ha fallito due palle break e annullato due match point alla Krejcikova, prima di arrendersi all’ace decisivo della ceca.

Jasmine Paolini, la sconfitta in finale di Wimbledon

Jasmine, che ha il rimpianto di aver lasciato andare via il primo set un po’ troppo velocemente, ha alzato il livello nel secondo e ha venduto cara la pelle nell’ultima decisiva parte della partita.

Una fase in cui, come detto, a farla da padrone è stato il servizio. L’ultimo game ha stravolto il canovaccio, con una Paolini determinata ad allungare il match nonostante a battere fosse l’avversaria. Riuscendoci quasi, come testimoniano le due palle break fallite. Non è bastato, ma la 28enne di Lucca ha dimostrato una determinazione e una tenuta nervosa fuori dal comune, proprio nel momento più difficile di tutta la partita.

L’emozione

Il centrale di Wimbledon, che ha sostenuto in maniera evidente l’italiana per l’intera durata del match, si è commosso poi davanti alle lacrime della nostra Jasmine: «Oggi sono un po’ triste — ha detto a fine partita -. Cerco di continuare a sorridere perché mi devo ricordare che oggi è comunque una bella giornata, sono in finale a Wimbledon e da ragazzina guardavo questa partita e tifavo per Federer. Essere qui è folle».

«Da Parigi a Wimbledon — ha aggiunto Paolini — sono stati due mesi folli, e queste due settimane ancora di più. È stato bellissimo sentire l’amore di tutto il pubblico».