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«Cosa sono scesi a fare lì sotto?»


«Sarebbero da lasciare lì. Sarebbero da lasciare lì. Guarda, guarda, urlano come le femminucce. Ma avete l’acqua alle ginocchia, venite a nuoto no?». «Senti: «per favore, per favore», continuano a urlare».

Le parole di scherno, pronunciate in friulano, sono incise nel video girato da uno dei passanti che si è trovato suo malgrado a filmare la tragica sequenza dei ragazzi abbracciati nel greto del Natisone. Una sequenza che nelle ore successive alla tragedia ha fatto il giro d’Italia.

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Dispersi nel Natisone, il video choc

In quegli istanti il fiume si sta gonfiando a vista d’occhio. C’è anche uno scatto, precedente a quel momento, in cui i ragazzi sono all’asciutto. A separarli dalla salvezza un ramo d’acqua, largo pochi metri. Probabilmente già troppo per poterlo attraversare in sicurezza vista la profondità di quel tratto e la corrente che, istante dopo istante, aumenta.

I vigili del fuoco, arrivati a tempo di record a Premariacco, sono riusciti a piazzare gli stabilizzatori del carro gru e ad aprire il braccio. La piattaforma si sporge dal ponte nella loro direzione. Tutto lascia pensare che il lieto fine possa essere questione di istanti. Quando i vigili del fuoco arrivano sul posto l’acqua è già all’altezza delle ginocchia.

Per questa ragione i telefoni di chi si trova sul ponte sono accesi e puntano verso l’abbraccio dei tre amici che aggrappati l’uno all’altra provano a resistere all’impeto della corrente. L’epilogo, purtroppo, sarà molto diverso da quello atteso. Ma per la pietà, prima ancora che per il silenzio, sembra non esserci spazio neppure dopo che quei corpi sfilano sotto un ponte da cui pendevano delle cime nel disperato tentativo che i tre riuscissero ad afferrarle.

LE PAROLE DEI PASSANTI
Le frasi pronunciate all’indirizzo dei tre giovani intrappolati nel fiume che si ingrossa all’improvviso, senza lasciare loro spazio di fuga e anzi spingendoli verso la falesia, sono l’anticamera di quanto avvenuto in rete poco dopo. Un tripudio di insulti, talvolta mascherati da domande: «Ma cosa sono scesi a fare lì sotto? Dovevano aspettarselo che potesse succedere». Più spesso senza neppure il tentativo di edulcorare il livore.

«Raccontatela tutta la storia: questi, viste le ottime previsioni meteo e la non prevedibilità di una piena hanno ben pensato di finire in un Isolotto in mezzo alla corrente. Chi cerca, trova. Darwin docet». È uno degli agghiaccianti commenti finiti in rete a corredo del video. «Li ritroveranno a riva, la Natura sa come gestire certi soggetti».

LA MACCHINA DEI SOCCORSI
A stridere con i commenti gretti (e le frasi incise nel video), una macchina dei soccorsi e della solidarietà capace di lavorare alacremente per giorni nella speranza di trovare i ragazzi ancora vivi, anche quando appare evidente che la speranza fatichi a stare al passo con la razionalità.

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