06.06.2025
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cosa significa? Così Kiev ha scatenato la reazione a catena nelle basi di Putin


Una «croce rossa» sull’ala dei bombardieri russi. Un dettaglio che emerge dalle foto pubblicate dal Servizio di sicurezza dell’Ucraina all’indomani dell’operazione «Spider’s Web», il pesante attacco di droni lanciato sulle basi aeree di Belaya, Diaghilev, Olenya e Ivanovo. Il bilancio dice come sia stato colpito il 34% delle portaerei missilistiche da crociera strategiche e i danni inflitti al nemico sono stati stimati in 7 miliardi di dollari. A fare la differenza è stata la precisione dei colpi inflitti. Solo quel punto avrebbe permesso di scanetare una reazione a catena incendiando le basi e allo stesso tempo rendendo mai più utilizzabili i bombardieri a lungo raggio Tu-22M3 di Putin. 

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L’operazione «Spider’s Web», la ragnatela di Kiev

Nell’operazione contro gli scali russi a migliaia di chilometri dal fronte, «sono stati distrutti 41 bombardieri», rivendica l’intelligence ucraina. Mosca ha dovuto ammettere che «alcuni aerei» sono stati colpiti da uno sciame di droni in particolare negli aeroporti delle regioni di Irkutsk, nella Siberia centrale a oltre 8mila chilometri dalla capitale russa, e Murmansk, nel remoto nordovest russo a due passi dal confine finlandese. Ulteriori «attacchi terroristici», come li ha bollati il ministero della Difesa, «sono stati respinti» negli scali militari di altre tre regioni, quella di Ivanovo, di Ryazan e addirittura di Amur, nell’estremo oriente russo. L’operazione degli 007 ucraini, supervisionata direttamente dal capo dell’Sbu, Vasyl Malyuk, è iniziata un anno e mezzo fa: numerosi droni Fpv, quelli normalmente in commercio armati però di esplosivo, sono stati nascosti sotto alle tettoie di moduli di case prefabbricate in legno. Caricati a bordo di camion sono successivamente arrivati in Russia in prossimità dei bersagli. All’ora x l’armata è entrata in azione, guidata da personale in loco, colpendo i siti militari.

La «croce rossa» sull’ala del bombardiere

Ma cosa c’è di tanto particolare in questo attacco? La risposta è facile, la precisione. Quella «croce rossa» disegnata sull’ala del bombardiere a lungo raggio Tu-22M3. Un marchio che si trova in corrispondenza del serbatoio di carburante centrale. A sua volta, è posto sopra l’ala centrale, un elemento chiave per la resistenza strutturale del velivolo, poiché sostiene i carichi principali.

Allo stesso tempo, un incendio di un aereo nella sezione centrale porta, a seconda del tempo di combustione e della temperatura, a una perdita irreversibile della resistenza strutturale o alla sua semplice distruzione, soprattutto considerando che le leghe di alluminio utilizzate in aviazione hanno un punto di fusione di circa 650 gradi.

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Irreparabili

Con il Tu-95MS, lo schema d’attacco si è rivelato più complicato. Ha colpito l’ala tra la fusoliera e il motore interno. È lì che si trova anche uno dei serbatoi di carburante del bombardiere strategico, così come la struttura a quattro longheroni della radice alare. Per questo aereo si tratta di un elemento strutturale molto sollecitato. Uno dei piloni di montaggio del missile si trova sotto di esso, e lì sono fissati anche il motore e il carrello d’atterraggio. L’attacco e la successiva esplosione ha permesso ai servizi segreti ucraini di «tagliare» l’ala, come mostra uno dei video dell’attacco. Colpire questi aerei nei serbatoi di carburante ha di conseguenza causato un incendio su larga scala e la completa distruzione di bombardieri strategici, che oggi sono sostanzialmente irreparabili, da buttare. Solitamente se un drone colpisce il motore è possibile sostituirlo per poi riparare la cabina di pilotaggio, la coda o altri elementi dell’ala o della fusoliera. Ma non quando l’incendio ha «infiltrato» la struttura dell’aereo.

Il timing

Sebbene il filmato dell’impatto del Tu-160 non sia ancora stato pubblicato e la foto dell’SBU non mostri il punto in cui i droni avrebbero dovuto essere puntati, è possibile prevedere il punto più vulnerabile dell’aereo. Si tratta di un piccolo serbatoio di carburante sopra la sezione centrale dell’aereo. O, in alternativa, del serbatoio principale nella sezione di coda. Va notato che l’efficacia di tali attacchi diretti dipende dalla disponibilità di carburante, ovvero dalla preparazione dell’aereo al decollo. Ciò significa che la selezione dei bersagli, degli aerei da colpire e del momento in cui colpirli, è stato uno degli elementi chiave dell’operazione.

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L’attacco che cambia la guerra

«Questo attacco dovrebbe essere un campanello d’allarme per gli eserciti di tutto il mondo», ha detto a Rfe/Rl Stacie Pettyjoh, direttrice del programma di difesa presso il Center for a New American Security. «Per molti versi, l’attacco del primo giugno è stato più efficace di quelli condotti dai droni ucraini a lungo raggio perché i piccoli droni possono disperdersi, dirigersi verso obiettivi diversi e colpire con precisione più bersagli su una grande base aerea», ha affermato l’esperto di droni. «Il fulcro di questa operazione è stata l’infiltrazione segreta e le attività molto vicine alle basi aeree, che probabilmente erano piuttosto poco difese perché c’erano poche preoccupazioni sulla possibilità che l’Ucraina potesse colpire così in profondità», ha aggiunto. Non è ancora chiaro da dove siano stati pilotati i droni, né se si siano affidati all’intelligenza artificiale per puntare gli aerei russi. L’Ucraina ha affermato che i tetti dei camion che trasportavano la flotta di droni nascosti sono stati aperti «a distanza» per consentire il lancio dei quadricotteri. Quest’arma spesso soffre di comunicazioni discontinue quando si avvicina al bersaglio. Al contrario, il video ripreso a bordo di uno dei droni attaccanti mostra riprese ininterrotte, tipiche dei quadricotteri controllati tramite cavi. Questi droni hanno una portata limitata dalla lunghezza dei loro cavi, che assomigliano a lenze da pesca. Ma con i lanciatori mobili ucraini apparentemente parcheggiati a pochi chilometri dalle basi russe, questa limitazione è stata superata, con risultati devastanti. Michael Boyle, professore associato alla Rutgers University e autore di un libro sulla guerra dei droni, afferma che «molte tecnologie anti-droni risultano pressoché inutili contro i velivoli che operano in circuito chiuso con cavi in ​​fibra ottica, e e forze armate ora dovranno ripensare le strategie anti-Uas per gestire i droni in fibra ottica, anche se attacchi come quelli visti in Russia restano rari e difficili da replicare».

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La difesa inefficace

Le basi aeree militari sono protette da sistemi a strati che spesso includono radar per rilevare le minacce in avvicinamento, oltre a sistemi missilistici e dispositivi di disturbo progettati per disorientare i droni radiocomandati. Gli attacchi del primo giugno hanno reso praticamente inefficaci tutte queste difese. Volando da corto raggio, i droni sono arrivati ​​senza l’avvertimento che i radar a lungo raggio possono fornire, e in sciami che probabilmente hanno superato persino i sistemi di difesa missilistica in grado di abbattere dispositivi così piccoli. In alcuni video girati si possono udire colpi di armi leggere mentre i militari russi apparentemente tentano di abbattere i quadricotteri. Il colonnello Markus Reisner, responsabile della ricerca e dello sviluppo dell’Accademia militare austriaca, ha dichiarato a Rfe/Rl che l’attacco offre «un assaggio del futuro della guerra». Reisner afferma che dall’inizio della guerra Mosca ha colpito l’Ucraina utilizzando «bombardieri a lungo raggio Tu-22, Tu-160 e Tu-95. Durante questi attacchi regolari, i bombardieri pesanti lanciano i loro missili da crociera a lungo raggio da una distanza di sicurezza e al di fuori del raggio d’azione delle difese aeree ucraine. Pertanto, negli ultimi anni l’Ucraina ha ripetutamente tentato di neutralizzare questi bombardieri pesanti e gli importanti centri di comunicazione volanti A-50». A seconda di quale delle diverse stime sulla distruzione degli aerei si rivelerà accurata, Reisner ritiene che l’operazione ucraina «contribuirà a ridurre significativamente l’intensità degli attacchi aerei russi sull’Ucraina».

 

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