14.05.2025
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Sports

cosa deciderà il match tra i due azzurri? Fisico, tecnica, carattere


Berrettini-Sinner è una staffetta fra fratelli diversi. Oggi, a Wimbledon, ombelico del tennis e dello sport mondiale, come ieri, fra il primo storico finalista italiano ai Championships e la prima testa di serie italiana nel Tempio, nella ricorsa alla storia fra i due condottieri del Rinascimento azzurro. La prima volta sull’erba sarà del 28enne romano, recuperato dopo l’ennesimo sgambetto del destino, o del 22enne che sta dominando la stagione con 38 match vinti (compreso il primo Slam in Australia) e 3 soli persi? Forse la vittoria sarebbe più importante per il più anziano, che però ha molto meno da perdere nel confronto contro pronostico, mentre avrebbe risvolti psicologici probabilmente negativi maggiori per il più giovane, dopo la frenata di Parigi ancora contro il grande rivale Alcaraz e ancora in 5 set. Conterà di più la specializzazione sul verde: doppietta al Queen’s e Stoccarda, più la finale di Wimbledon 2021 dell’uno o il fresco titolo ad Halle e le semifinali di 12 mesi fa a Church Road dell’altro? La pressione sarà zavorra o tappeto volante? Vincerà il dritto o il rovescio? 

DIVERSI
Al di là degli otto anni di differenza, quanto possono essere diversi il “romano de Roma” di 1.96 per 95 chili e l’altoatesino di 1.88 per 76, uno possente e potente che si esalta coi violenti strappi di servizio e dritto e melliflui rovesci silice, l’altro longilineo come uno stambecco delle sue montagne, con le ginocchia sempre basse, l’equilibrio garantito, forza veloce e un super-rovescio naturale? Matteo nato sulla terra rossa, ha trovato l’Eldorado sull’erba, Jannik, nato sul veloce dai rimbalzi sempre uguali, cerca di adattarsi proprio alle variabili dei campi rossi e verdi. Berrettini respira da sempre l’atmosfera del tennis dai due genitori appassionati della media borghesia, Sinner è cresciuto nell’estrema libertà, coi genitori sempre al lavoro in baita, e poi ha scelto di deragliare dalle racchette da sci alla palla gialla. Matteo legge tantissimo, parlava anche tantissimo, in campo — lo chiamavano “radiolina” -, è molto introspettivo, e si è fatto una nomea di latin lover, dopo tante passioni diverse fra loro: la collega australiana Ajla Tomljanovic, la show girl Melissa Satta, la modella Meredith Mickelson (mai confermata), la conduttrice tv Paola Di Benedetto (forse, chissà). Jannik non sembra votato alla lettura, piuttosto a sci e go-kart, e, come bellezza femminile, apprezza la biondina dai lineamenti delicati: dalla influencer Maria Braccini alla collega russa, Anna Kalinskaya.

SIMILI
Entrambe sono legatissimi alla famiglia, al fratello e agli amici. Sono cresciuti con un allenatore storico ma poi l’hanno abbandonato: Berrettini, l’ex pro Vincenzo Santopadre; Sinner, il numero 1 dei coach italiani, Riccardo Piatti. E stanno riscrivendo la storia del tennis italiano. Nel gennaio 2022, Berrettini è salito al 6 del mondo, scavalcando Barazzutti (7), ma dietro Adriano Panatta (4), Sinner il 10 giugno è salito all’1. Matteo è stato il primo a raggiungere i quarti in tutti gli Slam e Jannik l’ha eguagliato. Agli US Open 2019 il romano ha ripiantato la bandiera italiana nelle semifinali Majors, l’altoatesino l’ha imitato agli US Open 2022. Il gran battitore ha aggiunto un’altra finale azzurra Slam a Wimbledon 2021, il super risponditore ha firmato un altro Slam azzurro, a Melbourne, dopo il Roland Garros di Panatta 1976. Matteo ha riportato un italiano al Masters nel 2019, e poi ha vinto anche il primo match fra i magnifici 8, l’anno scorso Jannik è arrivato in finale ed è stato il trascinatore di Davis a Malaga, con l’amico solo tifoso. Insomma, alla roulette di Wimbledon esce il nero o il rosso?
 

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