Prosegue il momento di grazia dei titoli di Stato italiani, grazie ai rating positivi e agli alti rendimenti. All’inizio del mese il Tesoro ha collocato 18 miliardi di Btp, di cui 13 miliardi a 7 anni e 5 miliardi a 30 anni, raccogliendo una domanda complessiva superiore ai 218 miliardi, di cui 110 miliardi sul settennale e 108 miliardi sul trentennale. Dopo l’asta di inizio anno, che aveva visto protagonisti a gennaio altri due Btp, un decennale e un titolo Green, e che aveva fatto segnare richieste per 270 miliardi, quello di settembre è stato il secondo miglior risultato di sempre per via XX Settembre, a conferma della ritrovata fiducia dei mercati.
I PICCHI
A maggio la ventesima emissione del Btp Italia aveva raccolto invece circa 8,8 miliardi di euro, registrando una partecipazione significativa da parte dei piccoli risparmiatori e degli investitori istituzionali. Insomma, negli ultimi mesi le emissioni di Btp hanno fatto registrare diversi picchi di domanda.
La corsa ai titoli di Stato italiani coinvolge sempre di più anche gli investitori esteri. I due collocamenti di inizio settembre, per esempio, hanno suscitato un grande interesse da parte di questi ultimi. La quota assegnata presso gli investitori esteri è stata pari al 77,5% per il titolo a 7 anni e al 75,5% per il titolo a 30 anni, mentre gli investitori domestici hanno sottoscritto rispettivamente il 22,5% e il 24,5%. Gli ultimi dati della Banca d’Italia, pubblicati nella “Bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull’estero”, che indicano che il controvalore dei titoli di Stato italiani nel portafoglio degli investitori esteri è diminuito leggermente a luglio 2025, non devono trarre in inganno. La posizione degli investitori esteri è scesa di 1,7 miliardi di euro netti. Il passo indietro è arrivato però dopo l’incremento monstre di 34,2 miliardi di giugno e il balzo di 2,1 miliardi registrato a maggio.
La verità è che una corsa agli acquisti come questa non si vedeva da anni. I fondi di investimento esteri hanno sfondato i mille miliardi di euro di debito pubblico italiano nei loro portafogli. Per quanto riguarda i due Btp emessi all’inizio del mese, tra gli investitori esteri la quota più rilevante del collocamento è stata sottoscritta in Europa, in particolare da Regno Unito (26,2% sul 7 anni e 26,1% sul 30 anni), Paesi Scandinavi (10,8% e 13,4%), Germania, Austria e Svizzera (8,9% e 8,3%), Penisola Iberica (7,5% e 6,5%), Francia (5,8% e 3,7%) e da altri Paesi europei (4,4% e 6%). Rilevante la quota collocata in Medio Oriente, pari all’11,4% e all’8% rispettivamente sui titoli a 7 e 30 anni. Gli investitori nordamericani hanno sottoscritto l’1,6% per il titolo a 7 anni e il 2,4% sul titolo a più lunga scadenza, mentre la quota residua dei due collocamenti è stata allocata ad altri investitori non europei. I gestori di fondi hanno sottoscritto il 41,6% dell’emissione del Btp a 7 anni e il 37,7% dell’emissione del Btp a 30 anni. Alle banche è stato allocato il 30,4% del titolo settennale e il 19,9% del titolo trentennale. Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo hanno sottoscritto una quota particolarmente rilevante, pari al 24,6% per il Btp a 7 anni (di cui l’8,9% assegnato a fondi pensione e assicurazioni e il 15,7% a banche centrali e istituzioni governative) e al 38,1% per il titolo a 30 anni (di cui il 14,4% a fondi pensione e assicurazioni e il 23,7% a banche centrali e istituzioni governative). Agli hedge fund è stato allocato circa il 2,7% per il titolo a 7 anni e il 3,9% nel titolo a 30, mentre una quota residua è stata sottoscritta da altri investitori.
LA RACCOLTA
Tornando alle famiglie, l’ultima emissione di Btp Valore, datata maggio 2024, prevedeva tassi del 3,35% per i primi tre anni e del 3,9% per i successivi. Con un premio finale dello 0,80 per cento. Il collocamento del titolo di Stato a misura di famiglie e piccoli investitori era stato pari in quell’occasione a 11,22 miliardi di euro. A maggio, con il Btp Italia per piccoli risparmiatori e investitori istituzionali, sono stati raccolti invece 8,8 miliardi di euro, di cui 2,2 con i contratti sottoscritti dagli investitori istituzionali. Il taglio medio dei contratti sottoscritti dai piccoli investitori – si sono fatti avanti in 190mila – è risultato pari invece a 34.363 euro.
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