Catherine e Nathan, la coppia anglo-australiana che viveva nel bosco di Palmoli con tre bambini ora allontanati e affidati ai servizi sociali, ha deciso di intervenire per chiarire la scelta di revocare l’incarico all’avvocato Giovanni Angelucci, che fino a quel momento li aveva assistiti nella vicenda giudiziaria iniziata nel 2024. Una decisione, spiegano nella nota inviata dai nuovi difensori Marco Femminella e Danila Solinas, maturata «nel bisogno di ristabilire verità» su una situazione che ha «stravolto» la loro famiglia.
LA SCELTA
«La scelta che ci ha indotti a revocare il mandato passa attraverso il bisogno di una comprensione e di un confronto dialettico nonché prettamente giuridico con le Istituzioni con cui abbiamo la necessità imprescindibile di interloquire», affermano. Dicono di non aver rifiutato soluzioni abitative alternative offerte da istituzioni e privati. «Non è assolutamente vero. Non sappiamo da chi siano state veicolate tali informazioni, ma chi lo ha fatto ha agito in modo scorretto e diffondendo falsità», puntualizzano. La coppia spiega, inoltre, come la difficoltà nel parlare e comprendere l’italiano, soprattutto il linguaggio tecnico-giuridico, abbia rappresentato un ostacolo significativo. «Solo due giorni fa, infatti, siamo riusciti a leggere per la prima volta l’ordinanza in lingua inglese e l’abbiamo compresa nella sua interezza». Catherine e Nathan ribadiscono che ogni scelta, incluso il trasferimento in Abruzzo, è stata ispirata esclusivamente al benessere dei figli, da loro definiti «baricentro unico e indiscusso» della famiglia. E aggiungono che, una volta ottenute le traduzioni integrali degli atti giudiziari, intendono collaborare con spirito costruttivo: «Siamo oggi nella piena coscienza di non avere davanti un antagonista, ma un’Istituzione che, come noi, ha a cuore la tutela dei nostri bambini». La coppia lamenta inoltre di non aver avuto la possibilità di dimostrare adeguatamente la qualità dell’educazione parentale fornita ai figli, anche a causa «della tardiva acquisizione di alcuni documenti».
I DATI
Quanto al reddito, la coppia è sostenuta economicamente per lo più dai familiari. Nel fascicolo giudiziario è, infatti, incluso l’estratto conto per valutare la capacità economica. Dai dati bancari emergono alcuni numeri significativi. Al 31 marzo 2025 l’attivo risultava pari a 128 euro, mentre al 30 giugno ammontava a 362 euro. Nello stesso periodo le entrate complessive sono state di circa 19mila euro. Le somme più consistenti, superiori ai 2.000 e ai 5.000 euro, corrispondono a bonifici provenienti dall’estero, eseguiti da familiari della coppia. Presenti, inoltre, somme che variano tra i 100 e i 150 euro, riconducibili a piccole prestazioni lavorative di Catherine svolte in Italia. Tra i movimenti, anche la donazione di 400 euro, a giugno, a favore di John Cipolla, italo-americano e figura di riferimento dell’Alliance of Indigenous Nations (Ain), realtà collegata a presunti “tribunali paralleli”.
Ieri sul caso è intervenuto di nuovo il ministro Carlo Nordio: «Stiamo facendo degli accertamenti e alle verifiche seguiranno le determinazioni del caso. Gli accertamenti potranno portare a chiudere la vicenda o a proseguire nelle verifiche. Fino ad ora non è stato inviato alcun ispettore».
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