Sempre più contratti pirata nella ristorazione, con stipendi molto bassi per oltre 40mila lavoratori e il rischio, per oltre il 90% delle aziende che applicano il contratto più rappresentativo, di trovare ancor meno camerieri e cuochi degli scorsi anni in questa estate. Questo visto che le persone, conoscendo questi casi di sfruttamento, si possono rifiutare di guadagnare anche meno di 4mila euro annui rispetto al contratto ordinario, senza tredicesima, e si possono allontanare tout court dal mestiere di cuoco o cameriere.
La carenza di manodopera è problema quasi endemico per il settore negli ultimi anni e il dumping contrattuale non fa che peggiorare la situazione. A lanciare l’allarme a Il Messaggero è Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi che ha firmato il contratto più rappresentativo del settore. Con 40 contratti pirata registrati nel settore oltre a quello Fipe ci si trova oggi di fronte ad un fenomeno pericoloso e crescente.
«Il dumping contrattuale — spiega dichiara Riccardo Orlandi, presidente Aigrim-Fipe e vice presidente di Fipe — è uno dei mali dei nostri sistemi economici, si vede poco ma c’è e va contrastato. Applicare contratti pirata, non sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi, riduce i salari e le tutele a favore dei lavoratori, un illecito da debellare. Nel settore della ristorazione abbiamo decine di contratti pirata, ma per fortuna il nostro di Fipe-Confcommercio è applicato da oltre il 92% delle impresse a vantaggio di altrettanti lavoratori: un contratto da rendere ancora più pervasivo per garantire le corrette condizioni di lavoro per tutte le parti».
Le differenze di stipendio e diritti
Rispetto al contratto Fipe con gli accordi pirata gli stipendi dei camerieri sono inferiori di oltre 3.500 euro l’anno, non c’è la tredicesima e il periodo di prova è più lungo. Questa cifra riguarda il differenziale per il quarto livello del contratto Fipe per i camerieri. Il differenziale aumenta per i cuochi, superando i 4mila euro annui. Se si considera che i sindacati già si battono per livelli di stipendio più alto per il contratto Fipe, vista la forte inflazione degli ultimi anni, questo scarto di stipendio risulta ancora più forte. Senza il contatto più rappresentativo camerieri e cuochi rischiano di guadagnare circa mille euro al mese con turni anche massacranti.
«Dobbiamo proteggere i lavoratori e le aziende che operano correttamente — ha aggiunto Emanuele Frongia, presidente di Fipe Confcommercio Sud Sardegna — La nostra Federazione nel Sd Sardegna è pronta a collaborare attivamente con l’Ispettorato del Lavoro, l’Inps e tutte le istituzioni preposte ai controlli per smascherare chi utilizza contratti non riconosciuti. Questo fenomeno mette a rischio la sostenibilità delle nostre imprese e la dignità dei lavoratori sardi».
Fipe-Confcommercio invita quindi tutti gli imprenditori e gli operatori del settore a prendere consapevolezza del fenomeno e a difendere il valore del lavoro regolare. Applicare il contratto corretto non è solo una questione legale, ma un impegno etico per la crescita sana e sostenibile del comparto turistico e dei pubblici esercizi in tutta Italia.
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