Per provare ad accelerare le trattative sul rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici delle Funzioni centrali, l’Aran prova a calare qualche asso sul tavolo. Il primo è una proroga del meccanismo che permette ai dipendenti dei ministeri, delle agenzie fiscali e degli enti economici come Inps e Inail, di poter passare alle qualifiche superiori solo in base all’esperienza senza tener conto dei titoli di studio. In pratica un assistente (per esempio un impiegato allo sportello), potrà diventare funzionario senza la laurea. Basterà avere almeno dieci anni di esperienza nella Pubblica amministrazione. Si tratta di una norma già contenuta nel vecchio contratto di lavoro ma in scadenza. La possibilità di poter salire di gradino nell’amministrazione contando solo sull’esperienza e in deroga al titolo di studio, scadrà alla fine di quest’anno.
L’Aran ha proposto di prorogare la misura fino a giugno del prossimo anno, ma i sindacati chiedono più tempo, almeno un paio di anni ancora di deroga. Alla fine il punto di caduta potrebbe essere sull’allungamento delle progressioni verticali “senza titolo” per un altro anno. Sempre nel novero delle norme contrattuali per “oliare” le trattative con i sindacati, si può annoverare anche il nuovo allargamento sullo smart working. Ad poter chiedere più giorni, fino al limite di un lavoro totalmente da remoto, non saranno più soltanto i lavoratori fragili, quelli che si occupano della cura di disabili o i genitori di figli piccoli. Nei contratti integrativi, quelli che i sindacati trattano amministrazione per amministrazione, potranno essere inserite nuove categorie di lavoratori a cui concedere uno smart working allargato.
GLI AUMENTI
Ma il punto più discusso del contratto resta la parte economica. Ieri il presidente dell’Aran. Antonio Naddeo, ha fornito per la prima volta le tabelle con gli aumenti medi. Un operatore, la prima area di inquadramento, riceverà se il contratto sarà firmato 110 euro mensili lordi per 13 mensilità. Un assistente 116 euro, un funzionario 141 euro e un’elevata professionalità (ma ne esistono ancora poche) circa 194 euro. Questi aumenti riguardano solo la parte “tabellare”, quella uguale per tutti, dai ministeri alle agenzie. Poi c’è un’altra parte di aumento, 31 euro in media al mese, che dovrà essere attribuito ad altre voci dalla trattativa con i sindacati. Per un funzionario, insomma, l’aumento medio mensile lordo sarebbe alla fine di circa 170 euro. La media complessiva, invece, sarebbe di 160 euro. Ma in realtà, all’interno del comparto delle funzioni centrali, ci sono settori come i ministeri che avranno di meno e settori come le Agenzie fiscali o gli Enti economici, che avranno aumenti maggiorati.
LE REAZIONI
«Occorre decidere», ha spiegato Naddeo, «se fare confluire questi residui in parte sugli incrementi tabellari o solo nella contrattazione decentrata». La Fp Cgil ha proseguito nella sua richieta di «maggiori risorse», annunciando che la mobilitazione «proseguirà». La Cisl rimane più possibilista, ma comunque ha chiesto al governo di rivedere i tetti che limitano le risorse che possono essere destinate al salario accessorio. Una linea simile a quella portata avanti dal segretario generale della Flp Marco Carlomagno. Il segretario generale della Confsal-Unsa, Massimo Battaglia, oltre a chiedere la rimozione del tetto al salario accessorio, ha anche chiesto un adeguamento del valore dei buoni pasto e l’allungamento di un anno delle progressioni verticali in deroga.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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