L’Inter ancora in pole, la Juve, il Milan e il Napoli che proveranno a recuperare terreno, le romane che riaprono un ciclo e l’Atalanta che cercherà subito di testare il suo valore internazionale, dopo il successo in Europa League, affrontando il Real di Ancelotti e Mbappé. E proprio dalla narrazione della finale di Supercoppa Europea, Luca Marchegiani aprirà la sua stagione di commentatore Sky, una delle spalle più acute e attente della piattaforma televisiva.
«La squadra di Gasperini è forse in uno dei momenti più belli della sua storia, nonostante l’infortunio di Scamacca e il caso Koopmeiners. A Varsavia celebrerà la sua grande crescita, nella sfida contro il Real vedo molto di quello che avevamo vissuto noi con la Lazio quando battemmo lo United».
Ma l’Atalanta ci arriva con il peso del caso Koopmeiners.
«Il giocatore non fa una bella figura nei confronti della sua società, che si è guadagnata sul campo una finale storica. Avrebbe dovuto onorarla con i compagni ma ormai i rapporti tra i giocatori e i club non sono più come una volta, troppa gente in mezzo».
E il Real, con Mbappé, sembra quasi imbattibile.
«Ci vuole un’impresa titanica ma dopo aver commentato Liverpool-Atalanta per una vittoria storica dei nerazzurri, dico che quella di Gasperini è la peggior squadra che uno deve affrontare. Il suo atteggiamento in campo, la sua aggressività, spesso è spiazzante per gli avversari. Vedevo i giocatori del Liverpool annichiliti davanti ai nerazzurri, che proveranno a ripetersi contro il Real».
Ritorna Conte dopo una lunga assenza.
«E io da uno come lui mi aspetto tanto. Se ha scelto il Napoli significa che ha la certezza di poter fare bene. Porterà la cultura del lavoro e l’applicazione maniacale nella squadra azzurra. Vedrete che lo seguiranno tutti».
Ma deve recuperare 41 punti di svantaggio sull’Inter.
«Non può bastare Conte a ridurre il gap della stagione scorsa anche se è presto per fare la griglia di partenza. Il mercato è aperto e le squadre possono cambiare all’improvviso, nel bene o nel male».
Assurdo: Osimhen sta diventando un problema.
«Non si è ancora capito se andrà via oppure no, l’importante è che se resterà a Napoli lo faccia con la convinzione di fare bene, non infelice o deluso».
L’Inter ancora in pole?
«Assolutamente sì, alla squadra che ha vinto lo scudetto ha aggiunto subito Zielinski e Taremi, poi anche Martinez. La vedo in vantaggio evidente su tutte le altre rivali per lo scudetto».
E Inzaghi non sbaglia un colpo.
«Mi ha sorpreso all’inizio della sua carriera di allenatore, non pensavo avesse questa voglia e queste capacità di mediare anche tutti gli aspetti del suo carattere. Da quando allena, ha sbagliato davvero poco, forse niente. E lo staff lo aiuta: si vede una sintonia unica con gli uomini che ha scelto. Posso dirlo? Mi sembra che non abbia difetti».
Anche la Juve ha cambiato allenatore e giocatori.
«Difficile da giudicare, lavori ancora in corso, aspetto anche se Thiago Motta rappresenta una scelta diversa rispetto al passato».
Rivoluzione in casa Lazio, che lei conosce bene…
«Era normale che un giorno la società avrebbe dovuto ricominciare la sua programmazione. Ha preso Baroni, che ha la grande occasione della sua carriera ed è un ottimo allenatore, e poi tanti giovani che dovranno crescere. Anche Luis Alberto e Milinkovic al loro arrivo non erano conosciuti. Serve pazienza e la dovranno avere anche i tifosi. Le contestazioni non aiutano. Zaccagni può raccogliere l’eredità dei big che sono andati via».
Immobile liquidato in un secondo, senza gli onori che meritava.
«Hanno prevalso i rapporti personali piuttosto che il valore di quello che Ciro ha lasciato alla Lazio. Come in un divorzio tra coniugi, non sono state messe da parte le problematiche personali. Un peccato».
De Rossi parte finalmente con una squadra tutta sua.
«Daniele bravissimo a subentrare in corsa a Mou e a portare serenità nella Roma. Ora vedo grande entusiasmo e uno bravo come Soulé, che dovrà imporsi: giocare all’Olimpico è diverso che giocare a Frosinone e questo vale anche per Dovbyk».
Meno di un mese e la Nazionale tornerà in campo.
«Credo e voglio sperare che Spalletti abbia solo sbagliato una competizione, l’Italia non è quella degli Europei e, soprattutto, non può essere gestita come una squadra di club. Ora il Mondiale a tutti i costi»
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