Economy

da rifare la gara per il sito


Si allunga il percorso di decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto. Il Consiglio di Stato ha confermato che è da rifare la gara per la progettazione e la costruzione dell’impianto per la produzione del preridotto di ferro, il materiale che dovrà alimentare i futuri forni elettrici del sito. In secondo grado viene, quindi, avallata la decisione del Tar di Lecce, che lo scorso anno annullò l’appalto assegnato alla Paul Wurth, società, specializzata in impiantistica siderurgica, dopo il ricorso della sua concorrente Danieli.

Per la cronaca, il ministero dell’Ambiente e la Dri d’Italia, partecipata di Invitalia, stanno già lavorando per rifare la gara di appalto. Ma la decisione del Consiglio di Stato finisce per aumentare l’incertezza sull’acciaieria, che ha visto crollare la sua già esigua produzione dopo l’incendio che ha distrutto l’altoforno 1.

IL TAVOLO

Al vertice con le parti sociali a Palazzo Chigi di mercoledì prossimo parteciperanno anche Fincantieri, Toto Holding-Renexia e Webuild Group. Intanto il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha fatto sapere: «Come governo siamo fortemente preoccupati. In questi due anni e mezzo abbiamo fatto un percorso con i sindacati perché riteniamo che l’ex Ilva debba tornare l’Ilva che è stata ma ovviamente coniugando questo con la salute e la tutela dell’ambiente». Tornando all’impianto per il preridotto, i giudici del Consiglio di Stato hanno sentenziato che la Paul Wurth «ha sicuramente presentato un’offerta non conforme alle richieste della stazione appaltante perché non prevedeva la parte riguardante la realizzazione dell’impianto». Di conseguenza, «la procedura in questione — indetta per la fornitura dell’appalto “chiavi in mano”, con realizzazione di un’opera progettata e costruita dall’appaltatore, è stata, in realtà, aggiudicata ad un’offerta riguardante la sola progettazione e fornitura dell’opera». Per la cronaca, è stato destinato già un miliardo per la costruzione dell’impianto del preridotto. Risorse in un primo tempo inserite nel Pnrr dal governo Draghi, che l’attuale esecutivo ha trasferito in un altro veicolo per evitare che la scadenza del 2026 del Piano di ripresa facesse perdere i fondi.

Intanto il Mimit ha replicato all’Associazione nazionale magistrati di Lecce, che aveva difeso la Procura di Taranto dalle accuse lanciate dal governo. Il ministero ha ribadito in una nota «che gli interventi richiesti per l’ex Ilva non sono stati ancora autorizzati. Solo in seguito agli appelli pubblici del ministro Urso, la Procura di Taranto autorizzava – a ben 57 ore dalla prima istanza e dopo 22 ore dalla seconda richiesta — solo alcuni degli interventi richiesti, escludendo espressamente le attività necessarie al colaggio dei fusi presenti nell’altoforno».

Ritardi che hanno «compromesso» l’impianto. La leader della Cisl, Daniela Fumarola, boccia invece la richiesta della Cgil di nazionalizzare l’acciaieria. «Noi — ha spiegato — siamo per la presenza dello Stato, che è cosa diversa dalla nazionalizzazione, come elemento di garanzia».

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