Asset russi o debito comune per finanziare l’Ucraina: sono queste le due questioni centrali del Consiglio europeo di oggi. I Ventisette riuniti a Bruxelles sono chiamati a trovare una soluzione su come garantire sostegno finanziario a Kiev in uno scenario in cui i negoziati tra Washington, Kiev e Mosca vanno avanti. Per diplomatici e funzionari europei, il vertice rappresenta un passaggio fondamentale per il Vecchio Continente, chiamato a mantenere la propria capacità di influenza dopo oltre tre anni di conflitto. Il nodo principale è come assicurare una continuità finanziaria all’Ucraina: secondo le stime, l’aiuto europeo necessario ammonta a circa 90 miliardi di euro per il biennio 2026 — 2027. Sul tavolo sono state presentate diverse opzioni dall’utilizzo del cosiddetto prestito di riparazione a favore di Kiev o il ricorso a un nuovo prestito comune sui mercati finanziari. Quest’ultima ipotesi è stata già archiviata, perché ha riportato alla luce una frattura che aveva attraversato l’Unione europea e che era stata temporaneamente superata dalla pandemia: quella tra i Paesi favorevoli al debito comune e quelli contrari. Una strada considerata impossibile da percorrere, perché è nota l’irremovibile opposizione dell’Ungheria che di fatto impedisce la sua attuazione in quanto è necessaria l’unanimità dei Ventisette.
Resta quindi al centro del confronto il prestito di riparazione a tasso zero per l’Ucraina, attualmente l’unica opzione in pole. La misura si basa sull’utilizzo dei beni congelati alla Banca centrale della Federazione russa, per un valore complessivo di circa 210 miliardi di euro, — di cui 185 miliardi custoditi presso Euroclear, il colosso belga che rappresenta uno snodo critico del sistema finanziario globale, attivo nei mercati europei, statunitensi e asiatici — e che Kiev inizi a rimborsare il prestito solo dopo che Mosca avrà compensato i danni causati dall’invasione. L’opzione, che richiederebbe una maggioranza qualificata, resta tuttavia oggetto di dubbi e critiche da parte di diversi Stati membri. In particolare, il Belgio ha espresso timori legati al rischio di ritorsioni da parte di Mosca. Italia, Bulgaria e Malta si sono allineate alle perplessità del Belgio, chiedendo attraverso una dichiarazione al voto di esplorare soluzioni alternative considerate meno rischiose. Il punto centrale quindi è trovare una soluzione entro la fine del summit di Bruxelles. “Non lasceremo mai questo Consiglio senza una decisione finale per garantire le esigenze finanziarie dell’Ucraina per il 2026 e il 2027”, ha affermato il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa entrando alla riunione a Bruxelles. Costa ha ribadito l’impegno dei Ventisette sul sostegno finanziario a Kiev, precisando che il confronto di oggi sarà incentrato sulla forma da adottare per raggiungere questo obiettivo. Una soluzione appare quindi cruciale, poiché un ulteriore rinvio potrebbe incidere di chi nelle ultime settimane si è esposto maggiormente sul tema, a partire dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dal cancelliere tedesco Friedrich Merz.
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