«Primo bacio, fatto; prima volta, fatta; primo voto…». Ci siamo quasi. Tra i manifesti che nelle stazioni ferroviarie tedesche ricordano l’appuntamento con le urne delle europee ce n’è anche uno, realizzato da alcuni studenti di una scuola di design, rivolto ai nuovi elettori della Gen Z, i giovanissimi al debutto tra una settimana in una cabina elettorale con matita copiativa alla mano.
Ragazze e ragazzi nati tra la fine degli Anni Novanta e i primi del Duemila – la generazione più di altre figlia dell’onda dell’Erasmus e dei voli low cost tra le città del continente –, chiamati a partecipare per la prima volta all’elezione dei 720 membri del Parlamento Ue con idee spesso chiare e una lista di priorità definita e plurale, che va dalle politiche per il clima alle strette in materia di sicurezza e immigrazione. Ma stavolta, perlomeno in cinque Paesi, non parliamo solo dei neo-diciottenni.
LA NOVITÀ
In Germania, infatti, come anche in Belgio, Austria e Malta, alle europee potrà votare una nutrita pattuglia di 16enni; agli under 18 aprirà pure la Grecia, che ammetterà al voto tutto coloro che avranno già compiuto 17 anni.
Un primo, piccolo, segnale per riequilibrare la demografia, spiega chi, negli ultimi anni, ha fatto campagna per ridurre l’età prevista per accedere al voto. A fronte dei 359 milioni di aventi diritto, 21 milioni saranno al loro esordio alle urne (poco meno di 3 milioni in Italia): grazie all’apporto della ristretta lista di Stati che ha abbassato la soglia dell’elettorato attivo (e al peso specifico della Germania, che è pur sempre il più grande Paese dell’Unione), ci saranno circa 1,7 milioni in rappresentanza di una categoria assente, ad esempio, dai seggi delle europee del 2019.
LE REGOLE
A proposito di europee e maggiore età: se la gran parte degli Stati Ue richiede il compimento dei 18 anni per potersi candidare, per l’Italia ne servono 25 almeno (paletto condiviso con la Grecia), con il rischio di limitare la rappresentanza giovanile tra i nostri 76 eletti. Nei palazzi di Bruxelles la speranza è che il parziale abbassamento dell’età possa contribuire a spingere l’affluenza anche oltre il valore record del 50,6% della scorsa volta, che fu trainata proprio dagli under 25 (+14% rispetto al 2014). è uno dei cavalli di battaglia su cui hanno più insistito gli attuali vertici della Ue, da Ursula von der Leyen a Roberta Metsola.
Un sondaggio dell’Eurobarometro tra gli under 30, da poco pubblicato dalla Commissione, fotografa nel 64% la propensione della categoria a votare alle europee, con il valore italiano di poco superiore alla media (67%). Ma guardando all’impatto sui risultati che si cominceranno a contare domenica prossima, l’esito potrebbe essere ambivalente.
Attenti all’ambiente e alla lotta contro il cambiamento climatico, che l’Ue ha fatto sua con il Green Deal, oltre che ai diritti civili e alla parità di genere, i più giovani dovrebbero attutire la caduta (pre)vista nei sondaggi dei partiti verdi; al tempo stesso, però, i giovani dovrebbero scegliere più che in passato le liste dell’ultradestra, ora che in alcuni Stati (Polonia e Ungheria su tutti, ma il trend è in crescita pure in Germania) la Gen Z sposa posizioni anti-immigrazione in passato più frequenti tra i loro genitori o nonni. A metterli d’accordo, alla ricerca di risposte radicali, a sinistra come a destra, sono invece le preoccupazioni di natura socio-economica, come la crisi abitativa o il difficile accesso al mercato del lavoro.
I TEDESCHI
Secondo lo studio “I giovani in Germania”, redatto ogni anno dal 2010 da Simon Schnetzer, esperto in partecipazione giovanile ai processi politici, ad esempio, per quanto il 24,7% degli interpellati sia ancora incerto, il partito più scelto dagli under 30 tedeschi, soprattutto maschi, sarebbe l’estrema destra di AfD (14,5%), seguita dai cristiano-democratici della Cdu (13,1%) e, quindi, dai verdi (11,7%), preferiti dall’elettorato femminile; appena fuori dal podio i socialdemocratici del cancelliere Olaf Scholz.
Ancor più visibile, stando almeno alle ultime rilevazioni, la radicalizzazione dei ventenni inquadrata da un sondaggio Ifop realizzato ad aprile in Francia: il 32% di chi ha tra i 18 e i 25 anni sceglierebbe a valanga l’estrema destra del Rassemblement National di Marine Le Pen, la cui lista per le europee è guidata dal 28enne Jordan Bardella, eurodeputato uscente e “star” su TikTok con 1,3 milioni di follower; distante seconda l’estrema sinistra della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon con il 17%, mentre appena il 6% opterebbe per la Renaissance centrista-liberale al governo del presidente Emmanuel Macron.
Gabriele Rosana
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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