11.05.2025
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«Con Teocoli litigavamo, in camerino volavano le sedie. Mia moglie morta? Ho amato solo lei. La mia ex mi ha tradito con un amico»


Massimo Boldi è sempre stato così. Divertente. Fin dalle elementari. «La mia maestra mi diceva: «Boldi, vieni alla cattedra e racconta una delle tue barzellette”». E con le compagne? «C’era una bambina bellissima, Lolly Todeschini, i suoi vendevano scarpe. Con lei diventavo tutto rosso e tartagliavo: “Tatata-ta-tatata- ta”». Da ragazzo vendeva i Buondì Motta a Varese. Spesso li mangiava anche per cena.

L’infanzia

La sua, racconta al Corriere della Sera, non era una famiglia ricca: «Ci trasferimmo a Milano, in una casa di ringhiera in via Pietro Custodi 6.

Non pagavamo l’affitto, ci sfrattarono. Andammo alle “case minime” di via della Chiesa rossa, c’eravamo noi e i delinquenti. Mamma preparava le pietanze con un fornelletto a spirito». Poi fece anche l’autista per un nobile. Ma non pagava sempre…

L’amicizia con Pozzetto e Teo Teocoli

Nel 1975, Massimo Boldi fece il suo primo film. Lo fece grazie a Renato Pozzetto. «Un fratello, a cui devo dire un grazie speciale. Era già famoso. “Dai, vieni con me”. Particina in Due cuori e una cappella. Viveva al Lord Byron di Roma, io dormivo su una branda ai piedi del suo letto. Un giorno, in camper, cominciammo a parlare brianzolo stretto, immaginando dialoghi assurdi tra due tizi che progettavano di costruire strade in palissandro. Da lì creai il mio primo personaggio di successo al cabaret: Fidelio Cam, ricchissimo mobiliere della Brianza. Berlusconi ne andava matto, conosceva le battute a memoria».

Un altro «fratello» è Teo Teocoli. Ma «con la sindrome di Celentano. Gli faceva pure da controfigura, in fondo si credeva meglio di lui. Prepotente. Spesso litigavamo. In camerino volavano poltrone, sedie e scarpe. Poi salivamo sul palco ed era tutto dimenticato». E insieme rimorchiavano… «Teo era un cazzone. Christian De Sica invece è un signore vero, un gentleman, al cinema abbiamo creato un genere che va ancora».

I capelli

Peccato per i suoi capelli: «Sono stato uno dei primi clienti di Cesare Ragazzi, che aveva la parrucca — racconta ancora al Corsera — “Tira, tira”, mi diceva, per dimostrarmi che non si staccava. “Ci faccio pure il bagno”. Provai. La prima parrucchetta andò bene. Poi la pelata si allargò e cambiai impianto. Dopo una settimana mi svegliai di notte con un bruciore tremendo, la plastica faceva “cri cri”, mi sanguinava la testa, dovetti toglierla. Rinunciai.»

La morte della moglie

Massimo Boldi si sposò giovane con la sua adorata Marisa. «Impiegata in una casa farmaceutica. Io batterista. Ci volevamo bene. Lavoravo di notte, lei di giorno, ci parlavamo con i bigliettini». Poi ancora: «Mi ha dato tre figlie, le grandi gioie della mia vita». Forse per questo dopo averla persa «non ho amato più nessuna come lei».

Il tradimento

Poi è arrivata Loredana De Nardis con cui è stata per 14 anni, fino a quando scoprì il tradimento con un suo amico. «Quando li ho scoperti gli ho fatto gli auguri e me ne sono tornato a casa. Non me lo aspettavo, ci sono rimasto male».  E poi? Al Corriere della Sera ammette che «ho avuto qualche amica. Niente più storie serie. Se stai con una di trent’anni di meno, cosa ti illudi, che ami te? Mi piace ancora farmi vedere in giro con una bella ragazza, farle qualche regalo, però con l’amore ho chiuso. Mi basta uscire una sera».

Al suo fianco, sul set, le più belle donne: da Elisabetta Canalis a Alba Parietti, all’epoca ancora la moglie di Franco Oppini. La più bella? Siciuramente Ornella Muti. «Conservo un biglietto da 10 mila lire che mi diede mentre scendeva dal taxi, in un film. Una reliquia». Ma «non ha mai vacillato, nemmeno con Eva Grimaldi. Ho fatto il bravo ragazzo».

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