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con Renzi i ministri e la “simulazione” Kirk


Di tradizionale c’è il nome e la location scelta. Per il resto, la prossima edizione della Leopolda — la tredicesima in 15 anni, rivendica orgoglioso Matteo Renzi — sarà segnata da più di qualche novità. A partire dal parterre degli invitati, che quest’anno include anche esponenti di governo: i titolari della Difesa e dell’Istruzione, Guido Crosetto e Giuseppe Valditara. Ma anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Parleremo della sicurezza, della criminalità giovanile e di come si serve lo Stato», dice il leader di Iv che, sul palco della stazione Leopolda, sembra intenzionato ad ospitare non solo temi, ma anche personaggi in genere “appannaggio” del centrodestra. Uno su tutti, l’attivista Maga Chiarlie Kirk ucciso due settimane fa sul palco della Utah Valley University durante un dibattito pubblico: «Abbiamo preso un giornalista e polemista come Tommaso Cerno e lo metteremo in mezzo. Gli chiederemo di fare uno scontro faccia-a-faccia prendendo spunto da quel che faceva Kirk nelle sue discussioni: ‘Provami che sbaglio’». Riflettori anche sul caso Paragon, con la presenza di don Matteo Ferrari, il parroco di Mediterranea, e sul caso Garlasco, un tema, dice, «che sta devastando l’opinione pubblica».

LA CASA RIFORMISTA

Ma poi c’è la sostanza politica, che va ben oltre il buon proposito di creare un «vivaio di idee» per il futuro del paese, da offrire alla coalizione. La tre giorni (che partirà venerdì e si concluderà domenica) potrebbe essere l’occasione per imprimere un’accelerazione al progetto di una “Casa riformista”, un nuovo contenitore politico, al fianco del campo largo, destinato a includere, oltre a Italia viva, anche esponenti della società civile e amministratori locali. Molti di loro saliranno sul palco sabato: il sindaco di Milano Beppe Sala, quello di Roma, Roberto Gualtieri, e da Napoli Gaetano Manfredi. Presente anche l’assessore capitolino Alessandro Onorato, e la prima cittadina di Genova, Silvia Salis, che molti già considerano come una possibile “anti-Meloni”in vista delle elezioni politiche del 2027. Il “primo mattone” vero e proprio della Casa riformista, in ogni caso, non verrà poggiato a Firenze: «Faremo nascere il primo gruppo consiliare di Casa Riformista a Bibbiano. Quello delle Marche sarà il secondo», l’annuncio in conferenza stampa dell’ex presidente del Consiglio, che prefigura anche la ridenominazione del suo gruppo parlamentare: Italia viva — Casa Riformista. Un contenitore da costruire, ammette il senatore: «Non è Italia viva, ma ha bisogno di Iv per partire».

L’adagio è lo stesso che va ripetendo, di recente, Forza Italia: «Si vince al centro». La ricerca del voto moderato è partita. Non solo nel centrodestra.

 


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