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«Con la riforma i giudici restano autonomi. Nel Csm non devono esserci correnti»


Isabella Bertolini, avvocato e membro laico del Csm, giovedì è nato il maxi-comitato per il sì di cui fa parte. I prossimi passi?

«Il comitato riunisce personalità del mondo del diritto — professori, magistrati, avvocati – che hanno scelto di intraprendere questa battaglia perché credono profondamente nella riforma. Nei prossimi giorni daremo avvio alle nostre attività e ci doteremo di una sede operativa».

Dove?

«Sarà una sorpresa, lo sveleremo dopo l’Epifania, ma sarà un luogo emblematico».

Quanto alle attività?

«Stiamo già programmando una serie di incontri in tutta Italia. Siamo disponibili a confrontarci con chi sostiene le ragioni del no e a incontrare gli ordini professionali e le associazioni di categoria».

Il presidente del comitato Zanon ha promesso che smonterete le fake news sulla riforma. Quali sono?

«La più pericolosa è quella che sostiene che così si toglie autonomia e indipendenza alla magistratura e ai pubblici ministeri. L’articolo 104 della Costituzione non viene assolutamente toccato. Si avranno percorsi professionali completamente separati per pm e giudici. E questi ultimi non potranno far parte dei primi. Ecco la novità».

E le correnti?

«La riforma spera di risolvere questo problema introducendo il sorteggio. Vorrei sottolineare che il Csm è un organo di amministrazione, non di rappresentanza dei magistrati come lo è l’Anm. Quindi non c’è bisogno di avere la rappresentanza delle varie correnti. Servono magistrati preparati».

Uno delle criticità che ravvisano i contrari alla riforma è proprio il sorteggio. Della serie: lei sceglierebbe un medico sorteggiandolo?

«Il cittadino che è imputato in una causa non sceglie il giudice. Non vedo perché magistrati e giudici che sono selezionati da un concorso estremamente complicato non debbano avere l’autorevolezza per lavorare al Csm».

Antonio Di Pietro ha denunciato il rischio di brogli all’estero. Lei che pensa?

«Se ha delle notizie le denuncerà come dovrebbe fare chiunque.

Io sono sempre fiduciosa che le elezioni si svolgano con regolarità e che i brogli non ci siano. Il nostro obiettivo come comitato è quello di portare i cittadini alle urne e far sì che si rendano conto della responsabilità a cui sono chiamati in un momento che avviene poche volte nella storia».

Il suo comitato è stato definito “vicino” al centrodestra. Questo aspetto può essere controproducente?

«A nessuno è stato chiesto quale partito vota. Si tratta di personalità che per anni e anni hanno parlato di questa riforma. Basta vedere i curriculum e i fiumi di inchiostro scritti. Ci lega una comunione di intenti, nessuna appartenenza partitica. Tant’è che altri continuano ad aderire».

E a chi dice che questa riforma non interviene sull’efficienza dei processi come risponde?

«È vero ma è comunque un passaggio che renderà più giusto il sistema giudiziario. Chi lo dice lo fa per sviare il dibattito dal merito della riforma».

È dispiaciuta della polemica che si è creata intorno alla notizia della sua visita nella sede di Fdi?

«Guardi, mi ha lasciata indifferente: io sono un libero cittadino, un avvocato e credo fermamente in questa riforma. Credo che nessuno abbia il diritto di censurarmi».

Valentina Pigliautile

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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