12.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Fashion

«Competere con i colossi del fashion è impossibile, ma avere pochi soldi aguzza l’ingegno»


Msgm è un viaggio Rimini-Milano coast to coast. Un brand made in Romagna, nato per «raccontare una nuova moda a nuova generazione di uomini e donne». Parola di Massimo Giorgetti, patron e direttore creativo, classe 1977, che spegnerà 15 candeline del suo marchio festeggiando domani con una sfilata-evento per lei e per lui alla Milano Fashion Week maschile estate 2025 (che apre oggi). Giorgetti ha la Romagna come baricentro. Prima bambino curioso nei ricamifici degli zii, poi commesso nei negozi fashion, infine protagonista con il suo marchio. Nato sulle colline riminesi, racconta commosso la sua infanzia «meravigliosa». 

Msgm è nata lì?
«Sembra una storia già scritta, tra il mare e i ricamifici dei miei zii a San Mauro Pascoli. Mi perdevo tra quelle felpe e giubbini con ricami a filo creati per Best Company, El Charro, Iceberg. I primi ricordi sono ricordi di moda. E poi i colori: ombrelloni, sdraio, mare, bagni… Msgm è la passione per il colore primario». 

Con l’adolescenza arrivano le discoteche.
«Nella parte musicale più underground: i club erano anche cultura. La Romagna era la mia emoglobina». 

Lei ha fatto studi eccentrici, però.
«Ragioneria, ma dopo due giorni dalla maturità ero commesso in un negozio di lusso sul lungomare di Riccione».

Iniziare da commesso, perché?
«Volevo lavorare e vivere la moda. E in Romagna la moda era intorno a me, da Sergio Rossi ad Alberta Ferretti. Era quasi una community». 

La svolta? 
«Frequentavo Milano per lavoro, nell’aprile 2009 Riccardo Grassi, mio responsabile vendite per una decina d’anni, disse “se mi fai un progetto te lo vendo”. A giugno uscirono le prime due collezioni Msgm. Lo avevo già tutto in testa: giovane, colorato, stampe».

Successo subito. 
«Sì, ma primi anni molto duri. Ero solo, adesso siamo quasi cento. Facevo schizzi, modellista, fornitore. Tanti momenti di sconforto, difficoltà economiche».

Msgm cosa raccontava?
«Una nuova moda per nuova generazione. Democratica, inclusiva, sia nel prezzo, sia nello storytelling. Credo nella community, d’altra parte Msgm è l’acronimo dei nomi dei quattro fondatori».

Msmg oggi? 
«Sempre una nuova wave e community, ma ho quasi 46 anni. Mi rivolgo a chi si sente giovane che abbia 50, 60, 70 anni. Soprattutto la donna, fin da subito pensata trasversale. Sì a jeans rotto con felpa over, ma poi tailoring perfetto, abito in seta. L’uomo “mi viene” più giovane, forse c’entra il mio periodo clubbing».

Lei è anche grande appassionato di arte. 
«Da sempre. Il primo acquisto importante nel 2015, un arazzo di Alighiero Boetti. Poi Carla Accardi, Brian Calvin, Wolfang Tillmans, Robert Mapplethorpe. C’è chi acquista il motoscafo, io preferisco un’opera d’arte».

Ha anche aperto una galleria a Milano.
«Ordet, nel 2019, zona Porta Romana, indipendente: da allora acquisto meno “famosi” e più giovani, per aiutarli».

Altre passioni?
«Il vino biologico e biodinamico: sto aprendo una azienda vitivinicola in Romagna».

Lei ha firmato molte sfilate-show. I colossi fashion rispondono con eventi sontuosi.
«Competere è impossibile anche per un brand come il mio, solido, con un buon business, sostenuto da un fondo di private equity. I big dovrebbero giocare un altro campionato. L’orgoglio sa qual è? Che noi “piccoli” abbiamo idee che a volte vengono prese dai “grandi”. Avere pochi soldi aguzza l’ingegno». 

E la sfilata di domani?
«Si intitolerà “Il mare e io”. È la mia storia d’amore per il Mediterraneo, luogo del sole, della cultura. Ho disegnato un logo, un macramè con il sole. Positività, energia: ne abbiamo tanto bisogno in questo momento. Un altro dei nostri motti è “leggerezza non è superficialità”». 

Lei ha fatto una collezione anche con l’intelligenza artificiale.
«AI è un’opportunità gigante. Non l’avevo capita, ora credo sia l’evoluzione della specie».

Se la chiamassero per disegnare un grande marchio, come ha fatto in passato con Pucci, che ha firmato per due anni? 
«Lavorare per sé è un lusso che mi tengo stretto, ma mai dire mai». 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]