Nei film di Verdone si rideva (amaramente) dei figli mammoni che restavano a casa fino a quarant’anni. In quelli di Nanni Moretti c’erano pranzi affollati, madri apprensive, figli nevrotici, chiacchiere a tavola e drammi esistenziali tra le mura domestiche. In fondo, il cinema italiano ha sempre raccontato così la famiglia: chiassosa, invadente, imperfetta ma presente.
E invece, nel 2050, quel modello sarà un ricordo da cineteca. Secondo le previsioni demografiche dell’Istat uscite ieri e aggiornate al 2024, l’Italia diventerà un Paese per single. Letteralmente. Tra 25 anni, il 41, 1% delle famiglie sarà formato da una sola persona, mentre solo 1 su 5 sarà composta da una coppia con figli. Oggi sono 3 su 10.
I DATI
Un ribaltamento completo della normalità. Non più “famiglia all’italiana”, con nonni, zie e nipoti sotto lo stesso tetto. Il numero medio di componenti per famiglia crollerà da 2, 21 a 2, 03. E molti di questi nuclei ridotti saranno anziani soli: 6, 5 milioni di over 65 vivranno senza nessuno accanto, contro i 4, 6 milioni di oggi. Dietro questa trasformazione non ci sono solo scelte personali, ma una rivoluzione silenziosa fatta di invecchiamento, bassa natalità e nuovi stili di vita. La fotografia dell’Istat è nitida: la popolazione residente passerà da 59 a 54, 7 milioni entro il 2050. La discesa sarà costante: da anni l’Italia registra più decessi che nascite. È un equilibrio ormai rotto, e non si intravedono segnali di inversione. Fare figli non basta più. E non basterà nemmeno domani: anche nello scenario più ottimista, i figli per donna non supereranno quota 1, 85. Nel frattempo, gli over 65 saliranno al 34, 6% della popolazione. Oggi sono il 24, 3%. Gli over 85 raddoppieranno, toccando il 7, 2%. Un esercito fragile, spesso isolato, da assistere e accompagnare. In pratica: una società sempre più anziana e sempre più sola. La fascia degli ultraottantenni passerà da 4, 5 a oltre 8 milioni entro metà secolo. Parallelamente, l’età media continuerà ad alzarsi: dai 46, 4 anni attuali ai 50, 6 del 2050. In alcune aree interne del Paese e nei piccoli comuni montani, l’età media è già sopra i 51 anni, e il calo demografico è accompagnato da un progressivo abbandono del territorio.
I GIOVANI
E i giovani? Spariscono. La fascia 15-64 anni – quella in età da lavoro – perderà 7, 7 milioni di persone, passando da 37, 4 a 29, 7 milioni. Non è solo un tema anagrafico: è un terremoto economico, sociale, culturale. Un Paese con meno persone in età attiva vuol dire meno contributi, meno crescita, più carichi su chi resta. Anche i modelli familiari cambiano: i matrimoni continueranno a diminuire. Oggi se ne celebrano circa 180.000 all’anno, la metà rispetto agli anni Ottanta. Aumentano però le convivenze, ma non bastano a invertire la rotta. Secondo l’Istat, oltre il 30% delle unioni si scioglie. E anche le famiglie ricostituite (dove uno o entrambi i partner hanno figli da precedenti relazioni) restano marginali nel quadro complessivo. Insomma, le nuove generazioni si sposano meno, più tardi, e fanno figli a un’età sempre più avanzata. L’età media al primo parto è 32,4 anni, tra le più alte d’Europa. Nel 2050, secondo lo scenario Istat, le famiglie monogenitoriali (genitore solo con figli) saranno circa 2,4 milioni, e cresceranno in proporzione. Tutto questo si traduce in un panorama domestico frammentato, più individuale, con meno relazioni stabili e più persone che invecchieranno da sole.
IL MEZZOGIORNO
Non va meglio se guardiamo al Sud, che fino a pochi anni fa rappresentava un’eccezione. Un’Italia più giovane, più fertile, più “tradizionale”. Ma quel vantaggio anche lì non esiste più. Anche lì le famiglie con figli caleranno dal 31, 5% al 22, 7%, e aumenteranno sensibilmente le persone sole. Il Mezzogiorno perderà 3, 4 milioni di abitanti entro il 2050, e fino a 7, 9 milioni entro il 2080. Insomma, l’Italia non è più un Paese per famiglie. E forse nemmeno per giovani. È un Paese che invecchia e si isola. Un Paese dove vivere da soli sarà sempre più comune. Ma anche più costoso: una casa, una bolletta, una spesa, tutto pesa di più quando si è soli. E ancora non è chiaro se il mercato – immobiliare, dei servizi, del lavoro saprà adattarsi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this