Sanzioni più leggere per chi non è in regola con l’Inps. Da questo mese in caso di ravvedimento per omissione contributiva si paga la sanzione ridotta alla misura del tasso Bce, che da giugno è pari al 4,25%, senza maggiorazione del 5,5% come prima. Infatti, in caso di omissione contributiva, la legge adesso prevede che se il pagamento di contributi o premi con ravvedimento avviene in un’unica soluzione, entro 120 giorni dalla scadenza, allora si sfugge alla stangata. In caso di evasione contributiva è prevista invece una sanzione civile che può arrivare fino al 60% dei contributi o premi non pagati entro la scadenza di legge.
Fisco, scudo anti-sanzioni: multe più soft per chi si mette in regola. Cosa cambia? Pagamento solo del dovuto senza oneri
IL MECCANISMO
Ma ora, se la denuncia della situazione debitoria è effettuata spontaneamente, prima di contestazioni quindi, entro 12 mesi dal termine stabilito per il pagamento dei contributi o premi, è dovuta una sanzione pari al tasso Bce maggiorato del 5,5%, a patto che il pagamento sia effettuato non oltre 30 giorni dalla denuncia. Il tasso Bce è aumentato del 7,5% se il versamento dei contributi o premi è effettuato entro 90 giorni dalla denuncia. E poi: chi paga prima paga meno. Novità anche per le situazioni debitorie che emergono a seguito di verifiche ispettive, nel cui caso la sanzione, sia per omissione che per evasione, è ridotta al 50 per cento per i contribuenti che procedono al pagamento di contributi e premi, in unica soluzione, entro 30 giorni dalla notifica della contestazione. Dunque, volendo fare un esempio, se su mille euro di contributi omessi era dovuta in precedenza una sanzione di 100 euro, pari al 10 per cento dell’omissione, da questo mese la sanzione è dimezzata e perciò, se il versamento viene fatto entro 30 giorni dalla scadenza originaria, sono sufficienti cinquanta euro per mettersi in regola. Nel caso di evasione la sanzione prevista corrisponde al 30% della somma non corrisposta, quindi trecento euro in caso di mille euro di contributi evasi, che con le nuove regole si riducono a 150 euro per i pagamenti in trenta giorni. Insomma, le modifiche rimodulano la misura delle sanzioni in ragione delle tempistica di pagamento. E con questi cambiamenti il sistema sanzionatorio in materia contributiva – finora finalizzato a punire il mancato versamento di contributi o premi con sanzioni di tipo civile, determinate in percentuale sul debito, e penali per i casi più gravi – entra in una nuova era. Sempre dal primo settembre è soppressa la sanzione civile prevista per i casi in cui, dopo il mancato o ritardato pagamento di contributi o premi dovuto a oggettive incertezze connesse a contrastanti orientamenti giurisprudenziali o amministrativi sulla sussistenza dell’obbligo contributivo, in seguito riconosciuti da un giudice, sia stato effettuato il pagamento entro il termine fissato dall’ente impositore.
I TEMPI
Questa sanzione, in vigore fino al 31 agosto, era pari al tasso Bce maggiorato del 5,5%, con un limite massimo fissato al 40% dell’importo dei contributi o premi non corrisposti entro la scadenza di legge. Nel frattempo le iniziative introdotte in questi anni dall’Inps, in linea con le politiche del governo di incentivo al lavoro e di contrasto all’evasione contributiva, hanno permesso all’ente di raccogliere nel 2023 la cifra record di 214,6 miliardi di euro di contributi complessivi, un dato in crescita del 4,4% sull’anno precedente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this