Nel giorno in cui arriva il via libera (con condizioni) alla cessione di Comau agli americani, Carlos Tavares, ad di Stellantis, annuncia dagli Usa, il ribaltone tra i massimi dirigenti del gruppo automobilistico. Ma andiamo con ordine. Il governo ha esercitato il “golden power” su Comau, fissando sostanzialmente due prescrizioni per dare il disco verde. Da un lato gli americani del fondo One Equity Partner dovranno garantire che gli impianti dovranno restare in Italia. Dall’altro i brevetti della società specializzata nell’automazione industriale dovranno essere tutelati e preservati.
I PALETTI
Una limitazione accettata di buon grado dal fondo Usa che avrà accesso alle tecnologie più sofisticate messe in cantiere dall’azienda che, va ricordato, è un punto di riferimento a livello globale nella robotica. Stellantis vende portando in porto una operazione già prevista al momento della fusione Psa-Fca nel gennaio 2021. C’è da dire che i sindacati erano stati particolarmente critici nel luglio scorso quando la cessione venne annunciata. Perché Comau, che conta oltre 700 persone occupate in Italia, rappresenta uno dei rami ad alto contenuto tecnologico e innovativo di Stellantis.
Proprio per tutelare questo patrimonio il consiglio dei ministri ha deciso ieri di esercitare i propri poteri speciali, dettando, come accennato, specifiche condizioni all’acquisto dell’azienda, con sede a Grugliasco, in provincia di Torino, che conta complessivamente circa 3.700 dipendenti in 13 Paesi. Ed è all’avanguardia nella produzione di tecnologie nel campo dell’automotive, della robotica, degli strumenti a guida autonoma per la logistica e sistemi per analizzare i dati macchina.
LA LINEA
Il governo ha spiegato che «l’operazione avrà un impatto positivo sulla forza lavoro nel medio-lungo termine» ed è volta «a tutelare l’asset strategico di Comau e, in particolare, ad assicurare il livello degli investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo», con l’obiettivo di mantenere in Italia «gli impianti di produzione delle società italiane del gruppo e delle funzioni di direzione e coordinamento delle attività di ricerca e sviluppo» di Comau. Inoltre, «andrà garantito il know how tecnologico italiano, attraverso la tutela dei brevetti e degli altri titoli di proprietà intellettuale».Occhi puntati oggi sulla crisi di Stellantis e dell’automotive. L’ad Carlos Tavares illustrerà in Parlamento, alle Commissioni Attività produttive, l’andamento dell’azienda e, si presume, le misure per far fronte alle difficoltà. Il manager, che non si è sottratto all’incontro, ma ha anzi sottolineato la volontà di collaborare, farà il punto. Al centro dell’attenzione ci sono soprattutto i bassi livelli di produzione in Italia (-34% la produzione) e la vicenda della gigafactory di Termoli, in Molise, con il rinvio del progetto per il quale era previsto l’utilizzo di fondi del Pnrr. Alla vigilia dell’audizione le forze politiche sono scese in campo. Le opposizioni unite accusano il governo di non aver avuto «il coraggio di avanzare a Stellantis alcune richieste semplici e chiare». Nella mozione depositata dai leader di Pd, M5s, Avs e Azione si chiede, tra l’altro, «la predisposizione di un pacchetto di iniziative a supporto della filiera produttiva automotive». Anche i partiti di maggioranza hanno depositato una mozione in cui si impegna il governo ad avanzare una proposta alla Ue «per rivedere da subito il percorso del Green Deal».
Tavares, impegnato fino a ieri notte in un delicato cda in Usa, tornerà in Italia dopo aver ridisegnato la prima linea dei manager del gruppo.
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