Un chiodo ha mandato in tilt le ferrovie. Ieri mattina l’Italia si è svegliata tagliata in due. Circolazione ferroviaria sospesa a Roma, bloccata fra gli snodi centrali di Termini e Tiburtina, a causa di un guasto in una cabina elettrica. Un terremoto che si è propagato su tutta le rete. Per un guasto, ha spiegato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, causato da un’impresa privata che avrebbe effettuato nella notte dei lavori «piantando un chiodo su un cavo, un errore umano imperdonabile».
LA GIORNATA
Un evento raro, spiegano da Rfi, perché, ed è l’altro punto oscuro da chiarire, non è scattata nemmeno la seconda linea di sicurezza che entra in funzione in questi casi. Tra l’altro appositamente prevista in uno snodo strategico come quello della Capitale, ma evidentemente non sorvegliato a sufficienza.
Da qui la caccia alle responsabilità. Salvini ha chiesto di andare a fondo per avere «nome e cognome» dell’impresa privata a cui era affidato l’appalto, preannunciando una inchiesta severa. Ma anche dentro Rfi, la società che controlla la rete che fa capo a Fs, ci si interroga se si poteva fare di più.
Da una prima ricognizione risulta infatti che il cavo non sia stato tranciato di netto, ma solo lesionato, facendo così passare l’energia in maniera disomogenea. Uno “stop and go” che non ha fatto attivare il sistema di sicurezza, aggirando così “il paracadute” che controlla ogni istante l’infrastruttura ferroviaria e la cabina che alimenta il nodo di Roma. Un rebus che, al di là delle prime ipotesi, resta tutto da chiarire. Visto che un chiodo in un cavo, sottolineano i sindacati a gran voce, non può avere un effetto così devastante, tanto più con i miliardi di fondi del Pnrr messi a disposizione proprio per modernizzare e mettere in sicurezza l’infrastruttura.
Di certo c’è invece che la circolazione è andata in tilt. Oltre 100 i treni cancellati e ritardi record fino a 140 minuti, con centinaia di passeggeri e pendolari, da Roma a Milano, in fila per chiedere informazioni di fronte ai monitor spenti. Una giornata nera, nerissima. Con i vertici di Fs, Stefano Donnarumma, e quello di Rfi, Gianpiero Strisciuglio, che hanno promesso di voler far luce su caso, facendo pagare a caro prezzo alla ditta privata “l’errore”. Sono arrivate, e non poteva essere diversamente, anche le scuse ai passeggeri per i disagi causati.
Salvini ha comunque ammesso che il «tempo di reazione di fronte a questo errore non è stato all’altezza che la seconda potenza industriale d’Europa deve avere». Parole dure che hanno messo nel mirino tutta la catena di manager che avrebbero dovuto evitare il guasto o quanto meno fronteggiarlo con maggiore rapidità. Rfi ha però ribattuto che già alle 8 e 30 di ieri era scattato l’intervento.
Il leader della Lega è furioso. Perché «non è possibile investire miliardi di euro per comprare nuove carrozze e nuovi treni» e «se uno alle 3 di notte pianta il chiodo nel posto sbagliato tu rovini la giornata di lavoro a migliaia di persone». Non è possibile che un errore dei privati, possa fermare mezza Italia.
LE REAZIONI
Durissime le critiche delle opposizioni che chiedono al vicepremier un’informativa urgente sul caos ferroviario . Va all’attacco la leader del Pd Elly Schlein: «Questo governo fa viaggiare l’Italia con almeno un’ora di ritardo ogni giorno». E «il ministro Salvini – rincara la dose la segretaria dem – si occupa di tutto tranne che dell’emergenza trasporti: pensi a far funzionare le ferrovie, non solo a come venderle». Sulla stessa linea anche M5S: «Qui non si tratta di un mercoledì infausto, ma di un semestre nero per il trasporto ferroviario. Proponiamo che il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Salvini tolga il disturbo». «Si dimetta», si unisce al coro delle critiche Raffaella Paita di Italia Viva. Coro che, per una volta, unisce tutte le opposizioni, comprese Avs eAzione. Anche i sindacati dei ferroviari, che con la Fit-Cisl dà sempre chiedono di internalizzare i servizi di manutenzione, vanno all’attacco. E hanno dubbi sulla ricostruzione dell’incidente che ha creato fortissimi disagi da Nord a Sud.
Salvini però non ci sta. E in serata ricorda gli investimenti per «9 miliardi nelle ferrovie solo nel 2024», oltre ai «1.100 cantieri per ammodernare la linea». Poi chiosa: «Vogliamo recuperare decenni di troppi No e non sono ammessi errori». “No” di cui, per il vicepremier, sono la sinistra e i pentastellati i primi responsabili.
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