La cintura è il dispositivo più importante per la sicurezza in automobile e quello che ha permesso di salvare più vite umane oltre a ridurre le conseguenze per chi è sopravvissuto ad un incidente.
Lo afferma la World Health Organization e lo confermano le statistiche dell’Unione Europea, che parla di 7.800 vite all’anno salvate nel nostro Continente, e della NHTSA che valuta in circa 15mila gli americani che ogni anno devono la vita alla cintura di sicurezza con un risparmio monetario per la comunità di 5 miliardi di dollari. La Volvo, che nel 1959 ha introdotto per la prima volta questo dispositivo sviluppato dal proprio dipendente Nils Bohlin, nel 2009 ha fatto i conti e ha valutato in oltre un milione le vite salvate dalle cinture di sicurezza nei suoi primi 50 anni di servizio con un enorme beneficio economico per la comunità, ma assolutamente incalcolabile per l’umanità.
COMODE DA INDOSSARE
All’inizio erano fisse, poi sono arrivate quelle ad avvolgimento automatico, decisamente più facili e comode da indossare e che non avevano bisogno di essere regolate, poi ancora quelle disinseribili per permettere di montare i seggiolini, con gli attacchi regolabili, quelle dotate di pretensionatore e infine quelle con il limitatore di tenuta o addirittura con l’airbag incorporato o che rimettono il passeggero nella posizione migliore in caso di pericolo d’incidente. La cintura di sicurezza si è evoluta continuamente e Volvo è pronta a scrivere un altro capitolo della sua storia rendendola intelligente e potenziandone ulteriormente le capacità di protezione. La nuova Volvo EX60, il cui lancio è previsto per il prossimo anno, sarà infatti la prima automobile al mondo ad essere equipaggiata di cinture di sicurezza multi-adattive, in grado cioè di variare la propria azione in base a molteplici parametri grazie all’intelligenza artificiale. Il sistema è stato sviluppato insieme a ZF, azienda tedesca di prima grandezza per i componenti auto (41,4 miliardi di fatturato nel 2024) ed era pronto addirittura nel 2016, ma per dispiegare tutto il suo potenziale aveva bisogno di sensori e capacità di calcolo che sono arrivati sulle automobili solo recentemente. Per una certa entità, già oggi le cinture di sicurezza sono adattive poiché sono dotate di tre profili di intervento. Le nuove cinture intelligenti sviluppate da Volvo e ZF hanno 11 profili e la novità principale è che sono interconnesse con l’elettronica di bordo e un ecosistema molto più ampio sfruttando chip, sensori e connettività presenti sulle automobili più avanzate. L’obiettivo è trasformare un dispositivo di sicurezza passiva – ovvero che elimina o almeno mitiga le conseguenze di un incidente – rendendolo sempre più attivo. La nuova cintura di sicurezza non può dunque prevenire o eliminare i sinistri, ma può agire sempre più proattivamente per adempiere al meglio alla sua funzione: ancorare il passeggero al sedile in modo che la scocca lo protegga al meglio in caso di incidente. Per farlo ancora più efficacemente, la nuova cintura di sicurezza multi-adattiva è collegata direttamente al sistema che governa la sicurezza attiva della vettura ed è basato da un computer centrale ad altissima potenza.
PRECISIONE MILLIMETRICA
Già le Volvo EX90 e ES90 sfruttano due processori NVIDIA Orin capaci di operare insieme oltre 500mila miliardi di operazioni al secondo (500 TOPS), la EX60 monterà il chip di nuova generazione denominato Thor, 4 volte più potente. Questo cervellone ad intelligenza artificiale ricostruisce istante dopo istante la scena che si svolge intorno alla vettura grazie ai sensori Lidar, Radar, ultrasonici e telecamere governando tutti i sistemi di assistenza che conosciamo come il cruise control adattivo, la frenata automatica d’emergenza, il mantenimento della corsia e altri ancora che ci stanno conducendo passo dopo passo verso la guida autonoma. Ma i suoi occhi si trovano anche all’interno dell’abitacolo e sono la telecamera, i sensori a infrarosso e i radar che, insieme ai sensori di presenza e di peso presenti sul sedile, permettono di individuare le caratteristiche degli occupanti, la posizione e ogni loro movimento con precisione millimetrica visto che sono capaci di individuare la palpebra del guidatore che si chiude o il respiro di un bambino. Combinando queste due scene con i dati provenienti dai sensori di decelerazione di urto, la vettura può analizzare le caratteristiche dell’incidente (direzione, velocità, accelerazioni sviluppate, etc) e adattare l’azione delle nuove cinture di sicurezza multi-adattive in base al peso, all’altezza, alla corporatura e alla postura del passeggero modulando l’entità e la direzione della tensione in modo ottimale, istante dopo istante. Ma non è finita qui. Il sistema che le governa è collegato in rete e dunque può essere aggiornato over-the-air per migliorare le proprie caratteristiche nel tempo e attingere in tempo reale alla banca di Volvo che contiene i dati di oltre 80mila persone coinvolte in incidenti reali.
RACCOGLIERE DATI
Può dunque trovare in pochi millisecondi il profilo di protezione migliore e, allo stesso tempo, raccogliere dati sull’incidente in corso arricchendo ulteriormente il bagaglio di conoscenze che Volvo sviluppa da 25 anni nel proprio Cars Safety Centre e che ha contribuito a proteggere sempre meglio le persone mentre viaggiano in automobile. Grazie alle nuove cinture di sicurezza intelligenti, le case automobilistiche potranno dunque avere una conoscenza ancora più approfondita degli incidenti elaborando, insieme alle istituzioni, strategie e regolamentazioni ancora più efficaci. Il nuovo dispositivo di Volvo e ZF possiede il potenziale per ulteriori sviluppi e dimostra, ancora una volta, il ruolo della connettività e dell’intelligenza artificiale per l’analisi e la gestione di fenomeni complessi come gli incidenti stradali, ma soprattutto conferma il ruolo chiave dell’industria automobilistica nel realizzare tecnologie che non solo migliorano la vita, ma la salvano e la preservano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this