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«Ci spetta la rivalutazione Istat». Fino a 30 milioni per l’adeguamento previsto dalla delibera Fico


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Per ora, al consiglio di Giurisdizione della Camera, giace solo una prima ingiunzione di pagamento, depositata la scorsa settimana. Presto, però, — assicura Maurizio Paniz al Messaggero, legale di molti extraparlamentari — potrebbero aggiungersene molte altre: 200 o 300 al più. 

Inizia così l’ennesimo atto della tragicommedia sui vitalizi. La stessa su cui sembrava essere calato il sipario, con la decisione del Collegio di Appello della Camera di confermare la sentenza di primo grado  relativa al taglio dei vitalizi: nessun dietrofront sulla delibera n°14 del 2018 ( ribattezza “delibera Fico”), né tantomeno ritocchi per il ricalcolo o la concessione di misure di mitigazione. 

Il nodo rivalutazioni 

Il tallone d’Achille di quella che il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha definito una «vittoria politica», resta e continua ad essere parte della delibera varata proprio da Roberto Fico, l’ex presidente pentastellato di Montecitorio: la rivalutazione Istat dei trattamenti di vitalizio, prima soggetta al blocco. 

Su due piedi, dopo l’avvertimento di un possibile ricorso alla Cedu per contestare la decisione, da parte dall’Associazione ex parlamentari è arrivata una sorta di «mano tesa» al presidente della Camera, Lorenzo Fontana: la proposta — già avanzata per le vie informali e ufficializzata in conferenza stampa — di rinunciare all’adeguamento Istat dell’assegno pur di spalmare su tutti gli ex deputati la sforbiciata dei vitalizi, che oggi ricade solo su 800 dei 3.300 ex deputati. 

In attesa di risposte, tanti ex onorevoli non sembrano voler restare a guardare.

Maurizio Paniz, che segue circa 650 dei ricorsisti, ha già depositato al consiglio di giurisdizione di Montecitorio un’ingiuzione di pagamento per avere l’adeguamento previsto. Un primo atto formale, e forse non l’ultimo: «Ora ne depositerò altri 200-300», dice a questo giornale l’avvocato. 

Le ingiuzioni e la possibile causa 

L’intenzione del legale è anche quella di fare causa ai singoli giudici parte del collegio incorsi in colpa grave, in quanto avrebbero  «violato principi basilari dell’ordinamento italiano». Causa che, al contrario delle ingiunzioni di pagamento —  che saranno gli organi parlamentari a gestire — dovrebbe essere svolta in via ordinaria. Il tema delle rivalutazioni, in ogni caso, esiste ed è ben noto anche alla Camera che, nel Bilancio interno, ha dovuto creare un Fondo con l’accantonamento di 113 milioni, nel caso di sconfitta in nuovi futuri ricorsi.

Difficile dare la cifra esatta che Montecitorio si troverebbe a sborsare, ma più fonti vicine al dossier ipotizzano che se tutti gli aventi diritto facessero richiesta di adeguamento — ottenendolo —  i costi della delibera Fico potrebbero attestarsi tra i 25-30 milioni in più rispetto al precedente regime. Quella che Sofocle chiamava  «ironia tragica», e che per chi ha voluto il taglio avrebbe anche il sapore di un vero boomerang politico. 


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