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chi sta con Grillo e chi con Conte


Crescono le tensioni interne al Movimento 5 stelle: dopo la finta intervista pubblicata da Beppe Grillo sul suo blog, nella quale, tra una battuta su Giuseppe Conte («sono d’accordo con le cose che dice, che sono tre») e un attacco contro l’orientamento progressista del nuovo corso del M5S, il garante del movimento ha lanciato dure critiche contro Conte e le crepe interne al partito si sono rapidamente trasformate in voragini.

Raggi, Toninelli, Di Battista: M5S, la vecchia guardia grillina prova a spodestare Conte

La prima a tirare uno schiaffo al fondatore del partito è stata Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna: «Il M5s non è padronale. Sono stanca di chi attribuisce le vittorie a tutti e le sconfitte a uno solo. La maturità di un contesto politico si misura dalla reazione della propria comunità». Ma nel giro di poche ore si sono infiammati gli animi di altri parlamentari del Movimento 5 Stelle. Chi sta dalla parte di Grillo e chi intende seguire, invece, la linea Conte?

L’ala Contiana

A ribadire la linea dell’attuale dirigenza ci pensa la fedelissima contiana Vittoria Baldino, vicecapogruppo alla Camera dei 5 Stelle: «Non capisco quale convenienza Grillo potrebbe avere a indebolire il Movimento. Conte in questo momento è un elemento di grande forza che noi abbiamo. Quindi, per me si può solo accrescere la forza che abbiamo con Conte attraverso la partecipazione di tutti alla crescita di un progetto, che non può essere un progetto di 15 anni fa». Oltre ad Alessandra Todde, che negli scorsi giorni ha attaccato Grillo dicendo: «Adesso qualcuno, in maniera estemporanea, propone ricette, ma sono gli stessi personaggi che non ho visto in campagna elettorale e forse non sono neanche andate a votare», difende l’ala contiana anche Luigi di Maio: «Non c’è alcun dubbio che Conte sarà ancora il leader del Movimento 5 Stelle.

Non credo allo storytelling che cambino le leadership, quello è un partito ad immagine e somiglianza del leader. Grillo ha tantissime ragioni per continuare a sostenerlo, così tante che non le riesco ad elencare». 

L’ala Grillina

Chi invece difende le regole di Grillo, come quella sul doppio mandato (non sostenuta da Cont) senza tentennamenti è Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato e presidente dell’Intergruppo per i diritti fondamentali della persona: «Sono pienamente d’accordo con Beppe, sul fatto che il limite di due mandati sia un principio fondativo del M5s. La nostra caratteristica è proprio quella di essere l’unica forza politica aperta davvero alla società civile». Si unisce anche Stefano Patuanelli: «Io non sono contro Giuseppe, io gli voglio bene, me lo abbraccio e me lo bacio», «quando parlo io, parlo per amore. Ma non puoi modificare il codice genetico del movimento», ovvero la regola per cui «non puoi fare il politico professionista», perché altrimenti «muore il corpo politico» del M5s. «Se dico che il limite dei due mandati non può essere toccato, non ce l’ho con Conte».  Ad accendere l’anima grillina anche Virginia Raggi: Il 17 giugno ha invocato un «ritorno alle origini» del Movimento, lamentando come la creatura fondata da Grillo e Casaleggio si sia «chiusa in se stessa». Raggi ha inoltre ribadito che gli «schemi destra-sinistra fanno parte del passato», un punto su cui lo stesso Grillo è tornato a insistere nell’auto-intervista. Intanto non passano inosservate le ‘mosse’ di Alessandro Di Battista, ex parlamentare grillino molto vicino a Raggi e considerato ancora un punto di riferimento dalla galassia pentastellata ‘dura e pura’. Venerdì 28 giugno ‘Dibba’ consegnerà in Senato le firme raccolte per la legge che chiede il riconoscimento dello Stato di Palestina.

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