Negli ultimi mesi si parla sempre più spesso di come l’intelligenza artificiale stia rivoluzionando il marketing digitale, ma ora arriva una notizia destinata a cambiare davvero le regole del gioco. OpenAI, dopo aver annunciato che ChatGPT introdurrà presto gli annunci pubblicitari all’interno della sua piattaforma, mostra i primi messaggi nelle chat agli utenti del nuovo paradigma commerciale del colosso AI. Secondo gli esperti, questa mossa potrebbe trasformarsi nella più grande opportunità di marketing dai tempi d’oro di Facebook Ads.
Verso un nuovo paradigma pubblicitario
L’idea di portare la pubblicità dentro un assistente conversazionale segna una svolta epocale. ChatGPT, usato da centinaia di milioni di persone ogni mese, non è più solo uno strumento di scrittura o ricerca, ma diventa anche un nuovo spazio in cui aziende e creatori di contenuti potranno raggiungere gli utenti in modo diretto, naturale e contestuale. Mentre Google continua a dominare la ricerca tradizionale e Meta punta tutto sulla profilazione, ChatGPT offre qualcosa di completamente diverso: una pubblicità basata sulle conversazioni e sull’intento reale di chi scrive o chiede qualcosa all’AI.
Le sfide e le opportunità
Sam Altman, CEO di OpenAI, ha riconosciuto in alcuni recenti intervistie che introdurre pubblicità in un sistema di intelligenza artificiale è un passaggio delicato. «Non sono contrario agli annunci», ha dichiarato, «ma modificare le risposte in base a chi paga sarebbe un punto di rottura della fiducia».
E proprio la fiducia sarà il tema centrale di questa trasformazione: l’equilibrio tra monetizzazione e trasparenza determinerà il successo o il fallimento di questo nuovo modello.
Dal punto di vista del marketing, però, il potenziale è enorme. Gli annunci su ChatGPT potranno sfruttare ricerche con intento conversazionale, dove l’utente non digita una parola chiave generica ma formula una domanda precisa o esprime un bisogno diretto. È un contesto perfetto per proporre prodotti, soluzioni o servizi in modo pertinente, senza la sensazione di «interruzione pubblicitaria». A differenza delle piattaforme tradizionali, qui il targeting non si baserà su cookie o interessi, ma sul significato e il contesto semantico delle conversazioni.
Adattarsi a un nuovo modo di comunicare
Tuttavia, non mancano le sfide. Integrare annunci senza compromettere la neutralità delle risposte sarà un test decisivo. Inoltre, dovranno essere sviluppate nuove metriche di misurazione, perché i modelli classici come CPC o CPM non bastano più: servirà capire quanto un annuncio incide sul comportamento dell’utente durante e dopo la conversazione. Le prime analisi mostrano che il traffico proveniente da ChatGPT tende a convertire meno rispetto a Google Search, ma questo è solo l’inizio: con l’evoluzione degli algoritmi e l’integrazione di funzioni di ricerca personalizzata, la tendenza potrebbe cambiare rapidamente.
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