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Centrosinistra, via alle firme per bocciare l’Autonomia. Schlein: «Progetto condiviso»


ROMA Divisi sul dove (Schlein a Perugia, Conte a Civitavecchia, Bonelli, Fratoianni e Boschi a Roma), ma uniti alla meta. Ossia: tentare la spallata a una delle riforme chiave dell governo: l’Autonomia differenziata. E farlo percorrendo la strada maestra, la raccolta firme per chiedere il referendum abrogativo. Da convocare il prossimo inverno o più probabilmente la prossima primavera.

E così ieri in decine di piazze italiane, da Biella a Trapani, sono stati allestiti i gazebo. Che rimarranno aperti anche oggi e rispunteranno a macchia di leopardo nel corso dell’estate, a cominciare dalle Feste dell’Unità dem lungo tutto lo Stivale. «L’Italia non si spacca», recita il claim sotto cui si unisce (quasi) tutta l’opposizione: dal Pd ai Cinquestelle, da Alleanza Verdi-Sinistra a Italia viva e +Europa. Assente solo Azione: il partito di Calenda, che pure condivide la battaglia contro il ddl Calderoli, si è sfilato dall’iniziativa, per timore che si risolva tutto in un boomerang. Perché il referendum sia valido, infatti, occorre che a votare vada il 50% più uno degli elettori: un traguardo raggiunto solo due volte negli ultimi trent’anni. Il rischio, insomma, è che l’operazione possa trasformarsi in un boomerang.

Non così per il Pd. La cui segretaria, Elly Schlein, punta sulla raccolta firme sia per lanciare la mobilitazione contro il governo, sia per cementare le opposizioni. Sul modello di quanto fatto in parlamento con le proposte su sanità pubblica e salario minimo. «Se mettiamo avanti le priorità condivise, abbiamo già dimostrato nelle amministrative di qualche settimana fa che si possono ottenere risultati straordinari», lancia la sfida Schlein. Che per dare il via alla raccolta di sottoscrizioni sceglie non a caso Perugia. In Umbria infatti, così come in Emilia, si voterà il prossimo autunno per le Regionali. E si punta a costruire un’alleanza che tenga insieme tutto il fronte dell’alternativa a Meloni, da Iv ad Avs. «Testardamente unitaria», la leader dem: «Quando c’è una candidatura credibile e quando si mette avanti un progetto condiviso su priorità concrete, tra le forze che vogliono costruire l’alternativa alla destra si può realizzare un’ampia convergenza», assicura Schlein. Tanto più dopo l’apertura al centrosinistra di Matteo Renzi, che abbandonato il progetto del Terzo popolo ora guarda alla costruzione di una “Margherita 2.0”.

PIANO B

Conte invece parte da Civitavecchia. E raccoglie le firme pure per il salario minimo. «L’Italia non si spacca, dobbiamo fermare con la forza dei cittadini la secessione firmata dal governo Meloni. Difendiamo l’unità e il tricolore», suona il grido di battaglia dell’avvocato. Per Italia viva scendono in campo Maria Elena Boschi e Luciano Nobili, al banchetto allestito nel quartiere di Montesacro a Roma.(Bonelli e Fratoianni sono al mercato di Testaccio). Mentre Renzi ha già convocato un’iniziativa per giovedì a Napoli insieme all’acerrimo nemico del ddl Calderoli, il presidente campano Vincenzo De Luca. Con l’estate di mezzo, va detto, le speranze di centrare l’obiettivo di 500mila firme entro il 30 settembre non è facile da centrare. Ecco perché è già entrato in azione il piano B, far chiedere il referendum ai cinque consigli regionali a maggioranza di centrosinistra. L’imperativo, in ogni caso, è mobilitare. E se a farlo sono tutti i partiti di opposizione, uniti sotto un’unica bandiera, per i piani di Schlein questo non guasta. Anzi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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