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Cellino non paga i dipendenti e li licenzia con una mail


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La Figc ha ufficializzato oggi (giovedì 3 luglio) quel che si sapeva: il Brescia Calcio, dopo 114 anni di storia, è fuori dal calcio professionistico. Il Consiglio Federale ha deliberato «di prendere atto — è scritto — della intervenuta non concessione della licenza nazionale 2025/2026 e della conseguente non ammissione della stessa al campionato di serie C».

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In un lungo comunicato viene ripercorso il conteggio dei debiti e degli stipendi non pagati dal presidente Massimo Cellino, ricordando che la società, alla data del 27 maggio, non ha ottemperato al versamento della tassa di iscrizione alla C né ha depositato l’importo richiesto a prima garanzia di 350mila euro, motivo per cui «non ha soddisfatto le condizioni e i requisiti necessari per l’ottenimento della licenza». 

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Si chiude un capitolo storico del calcio bresciano e se ne apre un altro attraverso il progetto in capo al presidente della Feralpisalò, Giuseppe Pasini. Bisogna capire se Cellino farà un braccio di ferro sullo stadio Rigamonti: domani (venerdì 4 luglio) alle 17 è fissato il termine per la restituzione dell’impianto al Comune, che ha già stilato le linee di indirizzo per una nuova assegnazione.

Nel comunicato ufficiale della Federazione, si è fatto riferimento agli adempimenti mancati alla scadenza del 6 giugno scorso, tra cui il pagamento di 1,1 milioni di euro alla Lega nazionale professionisti Serie B del debito scaduto il 31 gennaio; il pagamento degli stipendi dovuti a tesserati, dipendenti e collaboratori; il versamento di varie ritenute Irpef; il versamento dei contributi Inps e altro ancora. Inevitabile l’epilogo che coinvolge anche i 13 dipendenti in forza alla società, licenziati — secondo testimonianze — semplicemente con una mail.

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È finito tutto in poco più di un mese, da quando, dopo la salvezza conquistata sul campo all’ultima giornata, il Tribunale federale nazionale, il 29 maggio scorso, aveva sanzionato il Brescia con 8 punti di penalizzazione, 4 da scontare nella corrente stagione sportiva — dunque con retrocessione immediata — e altri 4 nella prossima stagione, con 6 mesi di inibizione per Massimo Cellino e per il consigliere delegato della società Edoardo Cellino, come conseguenza dei pagamenti mancati..

Tutte le attenzioni sono riversate su Giuseppe Pasini, patron della Feralpisalò che andrebbe a sostituire l’attuale società per consentirle di ripartire almeno dalla Serie C: c’è già stato un primo incontro in Comune con il sindaco Laura Castelletti, presenti lo stesso Pasini e Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A.

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